È morto Hulk Hogan: il re del wrestling che faceva sempre rumore (da Rocky a Trump)

Il suo endorsement a Trump aveva suscitato reazioni controverse: si strappò la maglia sul palco contro i dem. Ottenne visibilità internazionale con il cameo in Rocky III

hulk hogan

NEW YORK, NEW YORK - OCTOBER 27: Hulk Hogan speaks during a campaign rally for Republican presidential nominee, former U.S. President Donald Trump at Madison Square Garden on October 27, 2024 in New York City. Trump closed out his weekend of campaigning in New York City with a guest list of speakers that includes his running mate Republican Vice Presidential nominee, U.S. Sen. J.D. Vance (R-OH), Tesla CEO Elon Musk, UFC CEO Dana White, and House Speaker Mike Johnson, among others, nine days before Election Day. Anna Moneymaker/Getty Images/AFP (Photo by Anna Moneymaker / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

Terrence Gene Bollea, noto come Hulk Hogan, è morto all’età di 71 anni. Secondo quanto riportato da Tmz Sports, l’ex wrestler si è sentito male (forse arresto cardiaco ndr) nella sua abitazione di Clearwater, in Florida, ed è deceduto in ospedale poco dopo. Considerato uno dei nomi più influenti nella storia del wrestling, Hogan ha segnato un’epoca sia negli Stati Uniti che a livello internazionale.

Hulk Hogan è morto a 71 anni per un malore

Nato ad Augusta (Georgia) l’11 agosto 1953, Hogan è stato il volto della Wwf (poi Wwe) negli anni ’80 e ’90, contribuendo in modo decisivo alla popolarità globale dello sport-spettacolo. Ha conquistato sei titoli mondiali tra Wwf e Wwe, l’ultimo dei quali a 49 anni, e quattordici cinture complessive considerando tutte le federazioni. Il 29 marzo 1987, durante Wrestlemania III, affrontò André the Giant al Silverdome di Pontiac davanti a 93.173 spettatori paganti, record per un evento indoor negli Usa fino ad allora. Solo quell’incontro gli fruttò circa due milioni di dollari. Lo racconta Gazzetta.

Accanto all’attività sul ring, costruì un solido brand commerciale con la sigla Hulkamania, che generò centinaia di gadget in vendita in tutti gli Stati Uniti. Ha recitato in una decina di film e fu protagonista della serie televisiva Thunder in Paradise. La sua carriera nel wrestling iniziò alla fine degli anni ’70, dopo essere stato notato mentre suonava il basso in un locale. Il nome “Hulk” gli fu attribuito dopo una comparsata televisiva accanto a Lou Ferrigno, storico interprete dell’incredibile Hulk, al quale venne paragonato per la stazza.
Nel 1980 vinse in Giappone contro Antonio Inoki, poi ottenne visibilità internazionale con un cameo in Rocky III (1982).

Negli ultimi anni – racconta La Stampa – l’ex campione aveva attirato l’attenzione per l’esplicito sostegno a Donald Trump. Hogan era diventato uno dei volti della campagna repubblicana per le elezioni del 2024, salendo sul palco della convention di Milwaukee e definendo l’ex presidente «un vero americano» e «il mio eroe». Con gesti simbolici come lo strappo della maglietta sul palco e dichiarazioni infuocate contro i Democratici, il wrestler aveva scelto di mettere la sua voce e la sua immagine al servizio del trumpismo, affermando: «Non posso più tacere, voglio che l’America torni a essere quella che dovrebbe essere».

Professional entertainer and wrestler Hulk Hogan rips his shirt as he speaks on stage on the fourth day of the Republican National Convention at the Fiserv Forum

Foto: The Daily Beast (da X)

 

 

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