I club non comprendono la complessità del calciomercato, è come se fantasticassero e basta (Guardian)
"È come se fosse una fanfiction. E se Frankenstein avesse avuto una storia con Elizabeth Bennet? E se l'Arsenal avesse veramente comprato un attaccante? Il calcio ha pieghe molto più complesse"

Monaco di Baviera (Germania) 14/06/2024 - Euro 2024 / Germania-Scozia / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Florian Wirtz ONLY ITALY
L’analisi brutale ma onesta del Guardian su cosa significa fare calciomercato a luglio e specialmente cosa significa farlo in Premier League. Passare dal fantacalcio, da punti immaginari da conquistare a trattative reali con calciatori umani che hanno dubbi.
Il calciomercato in Premier League ha bisogno di tempo per far intervenire la realtà (Guardian)
Scrive così il Guardian:
“La finestra di mercato in questa fase è essenzialmente fanfiction. E se il Dottor Frankenstein si fosse presentato a Pemberley e avesse avuto una storia d’amore maliziosa con Elizabeth Bennet? E se Akela non fosse solo un lupo, ma un lupo mannaro? E se il famoso e attraente tennista X avesse una storia d’amore con il famoso e attraente tennista Y? E se l’Arsenal avesse davvero ingaggiato un centravanti? Non c’è ancora stato tempo perché la realtà intervenisse. È come il giorno dopo il sorteggio dei Mondiali, quando tutto esiste in un regno di pura perfezione e si può immaginare l’ ideale platonico di ogni nazionale che si affronta, incontaminata da forma, infortuni o dispute sui bonus.
Il Club A ha bisogno di un’ala sinistra che sappia tagliare sul piede destro, segnando da sei a otto gol a stagione e aprendo spazi per il terzino in sovrapposizione. Il Giocatore B è un’ala sinistra che sa tagliare verso l’interno, e quindi questo deve funzionare, facendo guadagnare al Club A punti immaginari che contribuiscano a quell’assurda idea moderna: conquistare la finestra di mercato. La verità è che le squadre di calcio sono organismi quasi infinitamente complessi, e piccoli squilibri o attriti possono avere conseguenze enormi altrove. E i giocatori sono umani. A volte faticano ad affrontare i cambiamenti del calciomercato: nuovi compagni di squadra, un nuovo allenatore, un nuovo ambiente. Nessun trasferimento è mai privo di rischi; nulla è mai garantito.
Ed è forse questa la tristezza di fondo in ogni discussione sui trasferimenti, il modo in cui il gioco viene istintivamente visto attraverso una lente mercantile. Non si tratta mai di far crescere un giocatore o di modificare un sistema, ma sempre di acquistare la prossima soluzione scintillante e pronta all’uso. Funzionerà qualcosa? Chissà? Ma la sensazione è un po’ come nel 2016, dopo che il Leicester vinse il campionato e Southampton e West Ham finirono tra le prime sette, quando l’élite si diede da fare per riaffermare il proprio status. Alla fine, i soldi vincono sempre”