Allegri segue le orme di Conte, il suo primo obiettivo è la qualificazione in Champions (Il Giornale)

Il nuovo tecnico del Milan non vuole guardare al passato, né promettere "calcio dominante" e "rincorsa allo scudetto" come fece Fonseca un anno fa.

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AC Milan’s Italian new coach Massimiliano Allegri gestures during a training session at The Milanello Sports Centre at Carnago, north-west of Milan on July 7, 2025. (Photo by Stefano RELLANDINI / AFP)

Max Allegri è tornato sulla panchina del Milan, che la prossima stagione non affronterà le coppe europee, proprio come il Napoli di Conte lo scorso anno. E il tecnico livornese sembra ricalcare il motto dell’allenatore azzurro.

Il primo obiettivo di Allegri è la Champions, come lo era per Conte al Napoli

Franco Ordine su Il Giornale scrive:

Se due settimane son poche per capire come sarà il prossimo Milan di Tare e Allegri, due settimane sono sufficienti per conoscere da vicino il primo giudizio che Max e il suo staff hanno maturato sul conto del gruppo. L’ottavo posto precedente è soltanto uno dei tanti indizi di una stagione sbagliata in partenza e conclusa peggio. Di qui la prima scoperta di Max: la consistente cifra tecnica del Milan. E non si parla solo di Leao e Maignan. A stupire il tecnico livornese ci sono le perfomances di Thiaw. Pulisic è un’altra rivelazione, così come Saeleamekers bloccato dopo il ritorno dal prestito alla Roma. «La mancanza delle coppe da un lato ci priverà di un palcoscenico prezioso, dall’altro ci aiuterà a costruire una squadra»: ecco il vero obiettivo dichiarato. Per questo motivo la frase chiave diventa “Non dobbiamo più guardare indietro” a quello che è stato l’ultimo Milan.

Insiste Max: «L’obiettivo dichiarato è centrare la Champions League, perché di quel risultato economico e tecnico ha bisogno un brand come il Milan». Sembra ripetere integralmente lo stesso incipit della prima stagione napoletana di Antonio Conte. Non è utile promettere “calcio dominante” e “rincorsa allo scudetto” come fece Fonseca giusto un anno fa di questi tempi. Non è utile perché non è ancora iniziato l’attraversamento del deserto. Un anno fa capirono al volo che lo scetticismo generato dall’arrivo di Fonseca e dalla mancanza di un uomo di calcio a dirigere l’area sportiva non avrebbe portato a qualcosa di buono.

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