Ranieri: «Rispetto l’Italia, ma sono della Roma. Gasperini? Era antipatico anche a me»
«La Roma ha bisogno di un allenatore sempre incavolatoI giocatori devono capire che c'è un cambio di mentalità, io sono stato più un fratello maggiore».

Db Bergamo 12/05/2025 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Roma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Claudio Ranieri-Gian Piero Gasperini
Ranieri: «Rispetto l’Italia, ma sono della Roma. Gasperini? Era antipatico anche a me»
In conferenza stampa a Trigoria per la presentazione di Gasperini, ha parlato anche Ranieri che tra le altre cose ha detto: «Rispetto l’Italia, ma sono della Roma». Lo riporta Il CorSport.
Le dichiarazioni al raduno della Roma:
«Fino al 30 giugno solo l’allenatore. All’epoca quando dissi che non era Gasperini è perché ancora non era fatta. Lui mi aveva detto: “Perché no?”, ma poi lo hanno scelto i Friedkin perché ha fatto bene ovunque è andato. Rende ottimi i giocatori, sa delle difficoltà che incontreremo nei prossimi due mercati, restare io e perdere un anno non avrebbe avuto senso. Lui costruirà qualcosa che speriamo dia frutti rigogliosi: schietto, dice le cose in faccia a volte anche a brutto muso. Lo conoscete tutti e quindi grazie per essere venuto qui con noi». Invece sul nuovo direttore sportivo: «La società sta vagliando alcuni nomi, quanto prima saprete».
L’antipatia di Ranieri per Gasperini:
«Gasperini era antipatico ai tifosi e anche a me, ma sono convinto che la Roma abbia bisogno di una personalità forte, di un allenatore sempre incavolato, che vuole migliorare sempre. Gli diamo un anno per farsi capire, i tifosi gli devono stare dietro. È una persona leale, ti guarda in faccia. Sarò un amico in disparte che proverà ad aiutarlo».
Si cambia mentalità:
«I giocatori devono capire che c’è un cambio di mentalità, io sono stato più un fratello maggiore. Dove possiamo arrivare in tre anni? Quello che vuole la proprietà: stabilmente in Champions e vincere un campionato. Questa proprietà vuole il massimo, vuole portare Roma al massimo non solo come brand turistico ma calcistico.Mi sorprendeva Percassi che diceva: partiamo per salvarci. La Roma non è l’Atalanta di allora, i tifosi si identificheranno, ci vorrà un attimo per oleare bene tutto, gli abbiamo chiesto per un anno di conoscere tutto e poi salire sempre di più. Dopo la mancata qualificazione in Champions ho pensato a quante squadre avremmo affrontato e penso che forse non eravamo pronto. Ma sull’Europa League siamo pronti ad essere agguerriti».
Ranieri sui calciatori e sulla società:
Su Svilar: «Ho chiamato il ragazzo, dicendogli che ci sono tutti i presupposti per fare una grande Roma: ho fatto soltanto questo, il resto ha fatto Ghisolfi». Sulla situazione finanziaria: «Dobbiamo rientrare in dei parametri adesso e fino al 30 giugno 2026, poi potremo operare con più tranquillità. Io sono fiducioso, dovremo trovare giocatori validi, stimolare bene le idee e farci trovare pronti. Vale per la Roma e per tutto il calcio italiano». Sulla società: «Resterà a livello calcistico questa base solida con un nuovo direttore sportivo».