Paiva è stato assunto dal Botafogo grazie a Transfermarkt (New York Times)
Il presidente Textor: "Guardo le statistiche, vedo quanto punti fanno in funzione dei soldi spesi. L'ho scelto così"

PASADENA, CALIFORNIA - JUNE 19: Botafogo FR Head Coach Renato Paiva celebrates victory after the FIFA Club World Cup 2025 group B match between Paris Saint-Germain FC and Botafogo FR at Rose Bowl Stadium on June 19, 2025 in Pasadena, California. Stu Forster/Getty Images/AFP Stu Forster / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP
Il bacio doppio sulle guance. John Textor, l’americano con la passione per la multi-proprietà calcistica ha ha celebrato così Renato Paiva dopo la vittoria del Botafogo sul Psg al Rose Bowl. Un gesto teatrale per una parziale redenzione: Paiva aveva ignorato il vangelo offensivo del suo boss per schierare un 11 compatto, basso, difensivo. E aveva vinto. “Mi ucciderai”, aveva detto Paiva al suo presidente presentandogli il piano partita. Ma poi l’ha steso, il piano. E ha steso anche il Psg. E’ stata una delle storie di questo Mondiale per Club, finora.
Il tecnico portoghese ha sparato la sua sentenza in conferenza stampa: “Il cimitero del calcio è pieno di favoriti. Li abbiamo avvelenati con il loro stesso veleno”.
Ma la storia di Paiva è singolare anche per come è stato scelto. Lo racconta il New York Times con le parole dello stesso Textor.
Renato Paiva ha 55 anni, è l’uomo dei progetti interrotti. Tre mesi fa è atterrato a Rio per prendere il posto del connazionale Artur Jorge, l’eroe della Libertadores e del campionato. Curriculum non proprio da urlo: qualche lampo all’Independiente del Valle in Ecuador, una toccata e fuga al León in Messico, una parentesi al Bahia chiusa con più critiche che trofei. La nomina di Paiva al Botafogo è stata inaspettata. Non era la prima scelta, ma il legame con il Benfica ha spinto Textor a puntare su si lui.
“Considero molto i punti per partita in rapporto al denaro investito”, ha detto Textor. “C’è una chiara correlazione tra denaro, competizione e punti, quindi si possono determinare le soglie relative di un buon allenatore o di un cattivo allenatore in base alla combinazione di questi tre fattori. Quando guardo la produzione di punti, vado su Transfermarkt, vedo quanti punti a partita ottiene un allenatore e faccio il confronto. Si può imparare tutto su un allenatore osservandolo in questo modo. Poi lo si intervista e si parla con lui dei suoi principi, e sono rimasto davvero colpito da quest’uomo. Se si valutano alcuni dei migliori allenatori del mondo, non sono minimamente paragonabili a Renato Paiva”.