Abodi: «Il no di Ranieri è il no a condizioni a cui Ranieri non sa lavorare. Il sistema calcio rifletta»

Il ministro dello Sport: «Oggi non ci sono le premesse migliori per la qualificazione al mondiale. Il sistema ha eletto Gravina col 98% dei voti, quindi il sistema rifletta»

calcio italiano nazionale Euro 2024

Italy's players react at the end of the UEFA Euro 2024 round of 16 football match between Switzerland and Italy at the Olympiastadion Berlin in Berlin on June 29, 2024. (Photo by Odd ANDERSEN / AFP)

Nel momento forse più delicato del recente percorso della Nazionale, le parole del ministro dello Sport, Andrea Abodi, arrivano come un segnale forte di riflessione e responsabilità. L’uscita di scena di Luciano Spalletti e il rifiuto di Claudio Ranieri di sedersi sulla panchina azzurra non sono episodi isolati, ma sintomi di un malessere più profondo che tocca valori, metodo e visione del calcio italiano.

Le dichiarazioni di Abodi in merito alla situazione azzurra e al rifiuto di Ranieri di allenare la Nazionale

Abodi ha espresso rispetto per la decisione di Ranieri, definendola tutt’altro che superficiale:

«Il ‘no’ di Ranieri all’Italia non penso sia stato a cuor leggero, è il frutto di una valutazione di una persona retta che ha dei principi morali forti e un amore nei confronti del calcio sano. In parte ritengo sia il no a condizioni con le quali Ranieri non sa lavorare.»

In merito all’attuale situazione della Nazionale italiana, Abodi si è espresso:

«Oggi non ci sono le premesse migliori per la qualificazione al mondiale, anche se il percorso è ancora lungo. A volte si perde anche quando si vince e questo associa la prestazione con la Norvegia e quella con la Moldova. Abbiamo vinto ma abbiamo dato la sensazione di una maglia azzurra che non viene profondamente rispettata e questo la passione popolare percepisce

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Inoltre, il ministro continua:

«Chi è responsabile della situazione della Nazionale? Chi deve riflettere non è solo una persona, è un sistema, perché quando un presidente federale viene eletto con il 98% sono tutte le componenti che devono capire come dare un contributo per cambiare qualcosa che non è solo il cambio dell’allenatore ma un cambio culturale, di un approccio e comportamentale.»

Insomma, secondo Abodi, il cambiamento non deve passare per una sola persona cioè l’allenatore. Esso deve avvenire per mezzo di un mutamento dell’approccio culturale e comportamentale, non risparmiando parole anche per quanto riguarda il sistema FIGC.

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