La Spagna non è l’Italia: arrestato l’uomo che ha minacciato di morte Morata per un rigore sbagliato
Minacce anche ai figli. El Paìs racconta la vicenda. Il presunto colpevole ha 19 anni e ha provato a inventarsi un furto di account

Db Milano 17/08/2024 - campionato di calcio serie A / Milan-Torino / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Alvaro Morata
Alvaro Morata, ex Juve e Milan e capitano della Spagna, è stato minacciato di morte on line per aver sbagliato il rigore decisivo nella finale di Nations League contro il Portogallo. Nelle ultime ore c’è stata una svolta nelle indagini che hanno portato all’arresto di un diciannovenne a Malaga. A seguire quanto riportato da El Paìs.
Minacce di morte a Morata: scatta l’arresto per il colpevole
“La polizia ha arrestato un diciannovenne a Malaga con l’accusa di aver minacciato di morte il capitano della nazionale spagnola Álvaro Morata e la sua famiglia sui social media, dopo che il giocatore aveva sbagliato ai rigori nella finale di Nations League contro il Portogallo l’8 giugno in Germania. Le gravi minacce provenivano dall’account personale del sospettato su una nota piattaforma di social media ed erano rivolte non solo a Morata, attualmente attaccante del Galatasaray, ma anche ai suoi figli”.
“La famiglia del giocatore ha denunciato pubblicamente l’accaduto attraverso la stessa piattaforma social utilizzata dall’autore dei commenti minacciosi. Appena due giorni dopo la pubblicazione delle minacce online, un giovane si è recato alla stazione di polizia provinciale di Malaga per denunciare che sconosciuti gli avevano “rubato” l’account social personale. Contemporaneamente, gli agenti hanno confermato che l’account a cui si riferiva il denunciante era lo stesso da cui provenivano le minacce contro il calciatore. Proseguendo le indagini, gli investigatori hanno notato incongruenze nel racconto del querelante il quale aveva evidentemente tentato di sfruttare la denuncia per crearsi un alibi e dissociarsi dagli eventi”.
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“La Polizia Nazionale ha analizzato il cellulare del giovane e ha trovato le prove che dimostrano la sua presunta colpevolezza. La polizia ha diramato un comunicato sulla crescente preoccupazione per le molestie e le minacce online. “Questi comportamenti sono diventati normali in alcuni settori, come lo sport, facilitati dall’anonimato garantito dai social media e dalla velocità con cui si diffondono”, ha lamentato la polizia nel suo comunicato”.