De Laurentiis: «Il mercato? Prima di un mese non sapremo nulla. Lo scudetto è tutto merito di Conte»

«È stato un campionato della madonna. Le istituzioni calcistiche non si sono rese conto che il calcio è in crisi. Anche in Inghilterra è in perdita»

Napoli De Laurentiis

Mg Napoli 23/05/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Cagliari / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

Dopo l’annuncio della permanenza di Antonio Conte sulla panchina del Napoli, sono tante le voci di mercato sul club azzurro. Anche di questo parlerà alle 17 il presidente Aurelio De Laurentiis in conferenza per presentare i due ritiri estivi di Dimaro e Castel di Sangro.

De Laurentiis in conferenza

«Il video visto sullo scudetto parla. Le cose sono andate di lusso, sono andate benissimo. Sempre. Grazie alla grande capacità di Antonio Conte che è stata quella di far fronte agli incidenti che possono capitare e sono capitate numerose, Conte ha fatto sì che il Napoli fosse sempre all’altezza della situazione, riuscendo a risolvere ogni problema che pensavamo difficile da risolvere. È merito di Conte se abbiamo vinto uno scudetto, se siamo arrivati fino in fondo.

Qualcuno diceva che è stato un anno in cui i club, le squadre erano sono deboli. Falso. Falsissimo. È stato un campionato della madonna con tutto il rispetto della madonna. Abbiamo avuto un Bologna molto forte, la Lazio molto forte. La Roma che da quando è arrivato Ranieri è come se avesse vinto lo scudetto. Non è vera la storia del punteggio. Sì, è vero che si è vinto lo scudetto con 102 punti, noi siamo arrivati a 91. Ho visto anche il punteggio di altre competizioni europee, tutti questi punteggi alti altrove non li ho visti. Le istituzioni calcistiche non si sono rese conto che il calcio è in crisi. Se la Gran Bretagna, che è il calcio più ricco del mondo, perde 750 milioni sterline ogni anno, vuol dire che c’è qualcosa che non funziona nel sistema calcio. Se Dazn abbandona per strada la Francia, mettendola in mezzo a una strada. Se ci sono campionati in cui sempre le stesse squadre vincono con 15-20 punti di vantaggio, c’è qualcosa che non funziona. Dico da tempo che gli stati generali del calcio andrebbero aperti per chiarire a noi stessi che non stiamo lì a fare il teatrino per gli altri. Questa invece è la situazione.

Poi ai giornalisti col solito modo di fare soave.

«Non mi fate incazzare, non fate domande sciocche del tipo “chi compri?, chi non compri?” Dobbiamo essere educati, dobbiamo fare un assist al Trentino e all’Abruzzo per far sì che le persone devono venire ogni anno. Siamo l’unico club che non va in Cina, in Australia, fuori dal mondo, e porta centinaia di migliaia di tifosi prima in Trentino e poi a Castel di Sangro. Tanto di che cosa dobbiamo parlare? Stiamo sul mercato, prima di un mese non sapremo nulla. Tutti i giorni scrivete che stiamo comprando 50 giocatori. Nelle ultime tre settimane abbiamo comprato settanta calciatori. Lo avere detto voi».

«I pronostici non vanno mai fatti. Portano sempre jella. Negli ultimi dieci anni Napoli e Juventus raggiunto massimi livelli con una certa costanza, lo ha scritto Il Mattino di Napoli. Poi sa che la squadra del Nord non ha sempre giocato in maniera chiara. Il Napoli ha sempre giocato in maniera chiara. Avevo 19 anni, mio zio Dino mi disse: “vieni con me in America?”. “Voglio realizzare le. mie cose in Italia”. Lui mi disse: “Questo è un Paese che non regala niente a nessuno”. Effettivamente ave ragione, in America esiste il sogno americano, qui. Abbiamo fatto bene nel cinema e credo che abbiamo fatto abbastanza bene nel calcio nonostante mi sia dovuto immergere in una nuova dimensione, il che mi ha anche molto divertito. Farlo in una dimensiona napoletano,a venendo da origini irpine e torresi, mi ha dato dimensione divertita e di fantasia che si è ben sposata col cinema e col calcio».

«L’operazione De Bruyne è nata tre mesi fa. Non è la più importante. Perché? De Bruyne è un fuoriclasse, lo sappiamo, anche con una certa anagraficità. Sappiamo perfettamente che è un tassello che viene messo in una squadra che dovrà essere potenziata, abbiamo da affrontare quattro competizioni. È un fatto matematico. Ci saranno parecchie aggiunte. Ci piace lavorare bene, ci piace non lasciare nulla al caso. Non ti saresti mai aspettato che saremmo stati così veloci ad assicurare questa continuity».

Si potrà avere tutti i nuovi acquisti già nei ritiri?

«Io anche vorrei come te avere tutti giocatori subito a disposizione. Se vuoi spendere il 30% di più, puoi anche cercare di definire gli acquisti domani mattina. Se vai invece a una negoziazione con altri competitor che vorrebbero avere il tuo stesso calciatore, la controparte fa i suoi interessi. Fermo restando che il calciatore poi esprimerà le sue preferenze. Quest’anno ci sono 32 squadre che partecipano al Mondiale per club, se i nostri occhi si posassero su un calciatore di queste 32 squadre che giocheranno dal 15 giugno al 15 luglio, gli devi dare le opportune settimane di riposo per evitare che qualcuno si sgonfi o si infortuni. Si può desiderare tutto, tranne la donna d’altri ma spesso i desideri non possiamo realizzarli».

«Vengo considerato un visionario, ho sempre visto quel che sarebbe accaduto. Siamo pugili suonati, continuiamo a salire sul ring senza renderci conto che stiamo morendo. Il calcio inglese perde 750 milioni di sterline l’anno, poi però si fa il Mondiale per club, la Champions con quattro partite in più, non si riducono le squadre, non si fanno discorsi di competitività in campionato. Le istituzioni sono quelle che devono sopravvivere, lasciando morti e feriti per strada. Il nostro futuro non è di indire gli Stati generali del calcio, è fuffa, lascia il tempo che trova. Bisogna avere le procure non più dei procuratori ma delle società. Contratti portati a otto anni in Italia. Il ministro dello Sport ha pronto un decreto legge affinché questo avvenga. Grosso problema degli stadi ma se non togliemmo di mezzo sovrintendenze, conti dei conti, e non diamo largo a chi vuole imprenditorialmente investire, non ne verremo mai a capo. Quest’anno abbiamo avuto sempre lo stadio pieno anche grazie alle intuizioni di Tommaso Bianchini che ha voluto svolgere ruolo di attenzione nei confronti dei tifosi. Record dei record per il pieno dello stadio.

Quanti stadi non sono concepiti per poter partecipare da spettatori come in altri Stati dell’Unione europea alla partita di calcio? È un minus. Il fatto che al Calcio Napoli venga dato lo stadio il giorno dell’evento e restituirlo il giorno dopo e debba smontare tutto quel che c’è intorno per la programmazione della pubblicità, per un costo di centinaia di migliorai di euro in più, è ridicolo. Il Psg a Parigi ce l’ha per 365 giorni per un milione d’affitto e ne ricava 125 milioni. Voi dite che al Napoli mancano le strutture, il settore giovanile. Noi persone perbene più che vincenti e con i conti a posto, abbiamo tirato fuori giocatori dai nostri vivai. Il sistema calcio è un sistema malato. Negli Usa il basket è super miliardario, si sono scocciati di tutte le istituzioni locali, hanno detto: “ci fermiamo per sei mesi”. Poi sono ripartiti e hanno massimizzato. Sarebbe il caso che tutta Europa si fermasse. Vedo che vengono in Serie A squadre dalla Serie B. Io ho investito 150 milioni lo scorso anno, quest’anno se ne andranno 300 milioni tra acquisti, stipendi. Poi viene dalla B una squadra e dicono: che me lo dai in prestito? Mi paghi metà stipendio? Che sono venuti a fare questi in Serie A? Hai le credenziali per poter competere nella massima serie? Se non hai sufficiente audience, se non hai determinato fatturato, come fai a essere competitivo? Uno delle istituzioni mi disse: ma così questo campionato non partirà mai? E forse questo tema qualcuno dovrebbe porselo».

«Non mi sono mai preoccupato delle valorizzazioni. Finché avrò vita, cercherò di tenere in vita il Calcio Napoli. Poi i miei figli se vorranno cederlo, lo cederanno. Io ho già rifiutato 900 milioni. Non venderei il Napoli nemmeno per due  miliardi e mezzo di euro. Il Calcio Napoli si identifica con la città, con un popolo, con un’idea, con i napoletani, finché questa idea possiamo tutti rappresentarla con onestà intellettuale, andiamo avanti».

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