Brad Pitt fa un film sulla Formula Uno che non esiste più, con quella di oggi dormirebbero in sala

Il film è un mix di scorrettezze, incidenti, forzature oggi impensabili. Sennò gli spettatori lascerebbero il cinema dopo venti minuti. È un film vintage

Brad Pitt

US actor Brad Pitt, who is filming for the movie F1 directed by Joseph Kosinski, arrives before the start of the Abu Dhabi Formula One Grand Prix at the Yas Marina Circuit in Abu Dhabi on December 8, 2024. (Photo by Andrej ISAKOVIC / AFP)

Brad Pitt conferma che con la Formula Uno di oggi sarebbe impossibile realizzare un film

C’è un dato che balza all’occhio dopo la visione del film sulla Formula Uno con Brad Pitt (la regia è di Joseph Kosinski). II titolo poco originale è “F1 il film”. Il dato è che non c’entra niente con la Formula Uno contemporanea, quella che purtroppo gli appassionati sono costretti a sorbirsi. Senza un sorpasso (o comunque pochissimi). Senza forzature. Anche in nome della sicurezza, ovviamente. Sta di fatto che per realizzare un film di oltre due ore e provare a tenere gli spettatori in sala, bisogna rifarsi alla Formula Uno del passato: a quell’intruglio di scorrettezze, sorpassi incoscienti, manovre spericolate, incidenti paurosi che addirittura riportano il calendario indietro di quasi cinquant’anni con il pilota salvato dalle fiamme, come Niki Lauda al Nürburgring. Altrimenti il film non reggerebbe.

La pellicola, va da sé, non è questo mostro di originalità. È la storia del vecchio pilota, ex enfant prodige che sopravvive a un incidente pauroso mentre provava a sorpassare all’esterno Ayrton Senna, e poi precipita nelle spirali della vita. Gli resta la passione della velocità, l’esperienza e ovviamente l’essere un figlio di buona mamma, un bad boy (bad man), uno di quei cattivi che per dirla alla Fossati/Bertè poi così cattivi non sono mai.

Il punto non è il film in sé. Il punto è che la Formula Uno di oggi non offrirebbe alcun appiglio alla cinematografia. E infatti nel film Brad Pitt è portatore sano di Formula Uno vintage. Il mito del bello e maledetto che contribuì a tenere in piedi anche Rush (film di altra categoria, ovviamente) sul Mondiale del 1977 vinto da James Hunt su Niki Lauda che lottò contro la morte. Il personaggio interpretato da Brad Pitt forza le regole, si rende protagonista di incidenti per fare entrare la safety car (come del resto fece il figlio di Piquet su ordine di Briatore per consentire a Hamilton di scippare il Mondiale a Felipe Massa). La vecchia carogna del mestiere. Sai che palle col circus perfettino che manco più le parolacce consente.

Una menzione la merita Kerry Condon l’attrice che ricordiamo in This must be the place di Sorrentino, la mamma del ragazzino, Rachel, colei che bruciacchia un po’ l’hamburger e poi dice “Sfortunatamente, è andata così”. Nel film è la Vasseur di Brad Pitt. Non sappiamo se “F1 il film” realmente sfonderà al botteghino, secondo noi no. È solo la conferma che se si vogliono portare le quattro ruote al cinema, soprattutto al cinema americano, bisogna tornare alla Formula Uno del passato. Quella attuale, tranne rare occasioni, può andar bene per terapie intensive contro l’insonnia.

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