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Per il quarto scudetto il Napoli ha bisogno di Raspadori e Raspadori c’è sempre

Il gol è una scugnizzata organizzata da uno scozzese e da un emiliano. Difesa cinica, e al diavolo i fronzoli. Conte gli scudetti li vince così

Per il quarto scudetto il Napoli ha bisogno di Raspadori e Raspadori c’è sempre
Ci Lecce 03/05/2025 - campionato di calcio serie A / Lecce-Napoli / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: gol Giacomo Raspadori

Per il quarto scudetto il Napoli ha bisogno di Raspadori e Raspadori c’è sempre

FALLI DA DIETRO (rubrica nata nel 2008. Le rubriche omonime nate successivamente sono imitazioni)
COMMENTO ALLA 35° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2024-25

Il primo dei quattro passi fra le nuvole d’oro.

Non era facile.
Avversaria motivatissima. Per tante ragioni.
La prima, la più ovvia, perché cerca punti per la salvezza.
La seconda per salutare Graziano che non c’è più.

Sono quattro partite da affrontare tutte allo stesso modo. Partenza sprint per il vantaggio.
Poi gestione dell’inevitabile black out della ripresa.

Fischio d’inizio.
Rasoterra saettante di Politano per la deviazione in goal di Piedone in centro area.
Il Var spietato calcola il tacco del centravanti tre centimetri in offside.

Si riparte. Anzi no. Ci si ferma.

La curva di casa bombarda il terreno di gioco.
Ancora bombe nelle mani degli idioti.
Perché si consente l’ingresso di certa roba è una di quelle domande che non hanno risposta.

Perché le adunate di Dongo?
Perché Giuli alla Cultura, dopo aver subito tanto da Sangiuliano?
Oppure – per essere più leggeri – perché nelle serie italiane non si capisce una mazza, per quel vizio atroce che hanno tutti di biascicare?

Si riparte dopo circa dieci minuti.
E qui la sorte è finalmente benigna.
Perché regala una scugnizzata autentica, organizzata da uno scozzese e da un emiliano.

Punizione dal limite.
L’incaricato è Jack.
Scott gli si avvicina e gli parlotta qualcosa all’orecchio.
Poi va ad allungare la barriera.
Abbasserà la capoccia giusto in sincrono col tiro secco di Jack. La palla gli sfiora i capelli e va a insaccarsi con millimetrica precisione all’angolo sinistro di Falcone.

Memorabile.
Qui viene in mente Sciuscià di De Sica che magari non c’entra niente.
Qui si evocano beffe e pernacchie boccaccesche.
Siamo a livelli di furberie molieriane applicate al talento purissimo di un ragazzo straordinario.

Jack.
La vera importanza di avere Jack.
Determinante per lo scudetto il suo gol non dimenticato allo Stadium due anni fa.
Determinante oggi.

L’infortunio di Ferribbotte Neres gli scaraventa addosso macigni. Tutte le responsabilità dell’universo.

Per il quarto scudetto, il Napoli ha bisogno di lui.
Lui c’è sempre.
Poi il Napoli cede.
Perché è la sua natura.
Ma è una flessione contenuta.
Non commisurabile con i crolli di qualche partita fa.
Como o Monza ad esempio.

E’ una flessione gestita.
Nella la piena consapevolezza della posta in palio.
Palla in tribuna, se necessario.
Ma con fierezza e a testa alta.
Contro il Lecce che non segna manco se lo preghi in ginocchio?
Sì anche, va bene?
Difesa cinica, e al diavolo i fronzoli.
Conta solo una cosa.
Salvare la rete inviolata.
Questo è il Feroce Salentino.
Questo è il suo modo di vincere i campionati, lui.

Ora tre settimane da raccontare.
E sarà guerra contro i media sempre più stizziti dal nuovo eventuale trionfo napoletano.

Dopo la partitissima del Camp Nou Inzaghino punta tutto sulla Champions, e manda in campo le riserve.

Per accordi precedenti i Giulietti non si faranno notare. Sono sbarcati a Milano con l’idea principale di fare serata nei locali.
Per accordi precedenti l’arbitro darà una mano.

Sconcerta il fallo di mano troppo inutile, troppo evidente del difensore scaligero. Uno scappellotto tra amici.

Guardi il Valladolid, retrocesso che gioca alla morte contro il Barca e poi ti fai delle domande sul livello di credibilità di questo mesto calcio italiano.

Quando il gioco si fa duro, il brand va sempre tutelato.

A Bologna scontro diretto per l’ingresso Champions.

McKennie frana su Freuler. Rigore solare.
Per Doveri, il fratello figo di Jack la Cayenne, tutto ok.
C’è anche un mani di Savona non visto.
Alla fine sarà un pareggio che non conviene a nessuno.

La Vecchia sabato andrà in conclave proprio nella sagrestia della Lazio.
I rossoblù, ancora in corsa per la Champions, sfideranno il Milan a San Siro, nel prequel della finale di Coppa Italia.

A proposito.
Il conclave inizierà il 7 maggio.
Era l’unica data che si incastrava tra le semifinali di Champions e il campionato.

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