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Paolini: «Al Roland Garros proverò a scrivere un’altra storia, possibilmente a lieto fine»

L’intervista alla Gazzetta: «Non voglio, però, mettermi pressione. Col cambio tecnico è arrivata energia nuova, ora siamo in fase di conoscenza».

Paolini: «Al Roland Garros proverò a scrivere un’altra storia, possibilmente a lieto fine»
Italy's Jasmine Paolini celebrates beating Japan's Moyuka Uchijima during their quarter-finals singles tennis match between Japan and Italy at the Billie Jean King Cup Finals at the Palacio de Deportes Jose Maria Martin Carpena in Malaga, Spain, on November 16, 2024. (Photo by JORGE GUERRERO / AFP)

Jasmine Paolini è stata intervistata dalla Gazzetta dello Sport prima dei 32esimi di finale agli Internazionali di Roma contro l’australiana Sun, oggi in campo.

Paolini: «Al Roland Garros proverò a scrivere un’altra storia, possibilmente a lieto fine»

Affronterà questo torneo col nuovo coach Marc Lopez. Come vala vostra collaborazione?

«Siamo nella fase di conoscenza. Al momento sta andando tutto bene. Col cambio tecnico è arrivata energia nuova, ma anche diversa. E’ una situazione in evoluzione».

Dopo Roma c’è Parigi. Se pensa al Roland Garros dell’anno scorso le vengono i brividi, o cerca di lasciare i ricordi in un angolino della mente?

«Cerco di mettere i ricordi da parte. Vado al Roland Garros con il desiderio di scrivere un’altra storia, possibilmente a lieto fine [fu sconfitta da Swiatek in finale, ndr]. Non voglio mettermi pressione però, non penso a tutti i punti che difendo con la finale del 2024 perché il tennis è già difficile di suo».

Quella del tennista è una vita di sacrifici. Le pesa mai?

«No. Mi ritengo fortunata a fare quello che amo. I sacrifici ci sono, ma vengono ripagati dalle gioie».

Ha parlato del ritorno di Sinner… vi siete visti?

«Sì, l’ho incontrato per la cerimonia della Davis e la Billie Jean King Cup. Quello che gli è successo, a mio avviso, è stato ingiusto; non si meritava quello che gli è accaduto».

La tennista: «A Sinner è successa una cosa ingiusta»

«Ho incontrato Jannik: è bello rivederlo sul tour. Quel che gli è successo è una cosa strana e secondo me ingiusta. Lui è una persona incredibile e non si meritava quello che gli è accaduto». Infine, la stoccata all’Agenzia Mondiale-Antidoping che pone vincoli troppo severi: «Le contaminazioni spaventano perché non abbiamo il controllo su tutto quello con cui veniamo in contatto. La Wada ha detto che cambierà le regole nel 2027, forse andava fatto prima».

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