L’intervista alla Gazzetta: «Non voglio, però, mettermi pressione. Col cambio tecnico è arrivata energia nuova, ora siamo in fase di conoscenza».

Jasmine Paolini è stata intervistata dalla Gazzetta dello Sport prima dei 32esimi di finale agli Internazionali di Roma contro l’australiana Sun, oggi in campo.
Paolini: «Al Roland Garros proverò a scrivere un’altra storia, possibilmente a lieto fine»
Affronterà questo torneo col nuovo coach Marc Lopez. Come vala vostra collaborazione?
«Siamo nella fase di conoscenza. Al momento sta andando tutto bene. Col cambio tecnico è arrivata energia nuova, ma anche diversa. E’ una situazione in evoluzione».
Dopo Roma c’è Parigi. Se pensa al Roland Garros dell’anno scorso le vengono i brividi, o cerca di lasciare i ricordi in un angolino della mente?
«Cerco di mettere i ricordi da parte. Vado al Roland Garros con il desiderio di scrivere un’altra storia, possibilmente a lieto fine [fu sconfitta da Swiatek in finale, ndr]. Non voglio mettermi pressione però, non penso a tutti i punti che difendo con la finale del 2024 perché il tennis è già difficile di suo».
Quella del tennista è una vita di sacrifici. Le pesa mai?
«No. Mi ritengo fortunata a fare quello che amo. I sacrifici ci sono, ma vengono ripagati dalle gioie».
Ha parlato del ritorno di Sinner… vi siete visti?
«Sì, l’ho incontrato per la cerimonia della Davis e la Billie Jean King Cup. Quello che gli è successo, a mio avviso, è stato ingiusto; non si meritava quello che gli è accaduto».
La tennista: «A Sinner è successa una cosa ingiusta»
«Ho incontrato Jannik: è bello rivederlo sul tour. Quel che gli è successo è una cosa strana e secondo me ingiusta. Lui è una persona incredibile e non si meritava quello che gli è accaduto». Infine, la stoccata all’Agenzia Mondiale-Antidoping che pone vincoli troppo severi: «Le contaminazioni spaventano perché non abbiamo il controllo su tutto quello con cui veniamo in contatto. La Wada ha detto che cambierà le regole nel 2027, forse andava fatto prima».