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Nel vocabolario catalano la parola “difesa” non esiste: “In tre partite il Barcellona ha subito 10 gol” (Marca)

Il Barcellona ha dimostrato di essere una squadra con una forza offensiva straordinaria ma dietro i problemi sono enormi, “subiscono gol di ogni genere e per vari motivi”

Nel vocabolario catalano la parola “difesa” non esiste: “In tre partite il Barcellona ha subito 10 gol” (Marca)
Db Milano 06/05/2025 - Champions League / Inter-Barcellona / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Pau Cubarsi-Lautaro Martinez

In Spagna è il momento delle polemiche, delle critiche ma anche delle analisi a mente fredda. Certo quella che Marca fa a proposito della difesa del Barcellona non è proprio disinteressata. Di conclamata fede madridista, il quotidiano parla delle enormi lacune difensive della squadra di Flick. Nel vocabolario catalano la parole “difesa” non esiste. “Nelle ultime tre partite di Champions League, il Barcellona ha subito dieci gol. Il Borussia Dortmund ha segnato tre gol nella gara di ritorno dei quarti di finale, mettendo a repentaglio una partita che era ampiamente vinta grazie al 4-0 nella gara di andata. Contro l’Inter la situazione è peggiorata. Gli italiani hanno segnato sette gol in due partite. Troppi per una squadra che vuole diventare campione d’Europa“.

Enormi buchi difensivi, una filosofia ammirevole ma che dimostra un’arroganza di base con la linea difensiva costantemente a un passo dalla linea di centrocampo. “Durante tutta la Champions League, il Barcellona ha dimostrato di essere una squadra con una forza offensiva straordinaria. Raphinha, Lewandowski e Lamine Yamal hanno ottenuto risultati eccezionali. Ma sul retro i problemi sono stati enormi. Non solo in questa partita, ma anche contro l’Inter ci sono stati davvero troppi errori, e alcune sono incredibili. Sono stati subiti gol di ogni genere e per vari motivi“.

A Barcellona rosicano di brutto: “Marciniak amico del Real, ogni decisione era a favore dell’Inter

Il livello di “rosicamento” a Barcellona questa mattina ha toccato vette altissime. Ovviamente, dopo una partita come quella di San Siro ieri sera (Inter batte Barcellona 4-3), l’unico bersaglio possibile è Marciniak, arbitro polacco “con un passato da amico del Real Madrid“. Lo scrive el Mundo Deportivo che poi passa ad analizzare ogni situazione, secondo loro, controversa sovvertendo la realtà dei fatti.

A mostrare un certo prurito subito dopo il termine della partita è Eric Garcia: «Sono stato allo stadio dell’Inter tre volte, e succedono sempre cose fuori dal nostro controllo che non vanno come vogliamo. Sappiamo tutti cosa è successo con questo arbitro quando siamo venuti qui l’ultima volta. Non è una scusa perché abbiamo subito sette gol, ma…»

Il terzino del Barcellona ha espresso tutto il malcontento spagnolo per come Marciniak, arbitro della partita, ha gestito alcune situazioni. “Già legato favorevolmente al Real Madrid“. Ma anche i collaboratori al Var secondo el Mundo Deportivo sono soliti danneggiare il Barcellona. “Pioveva sul terreno bagnato dopo l’ Inter-Barça del 2022 (1-0) con quel fallo di mano di Denzel Dumfries su tiro di Ansu Fati, in cui Pol van Boekel era responsabile al Var e l’olandese Dennis Higler era l’assistente. Ieri sono intervenuti anche loro, e in che modo, davanti a un mucchio di telecamere“.

Insomma una serie di piagnistei culé su Marciniak amico delle guardie (del Real, pardon). “Sul punteggio già di 1-0 a San Siro, nella stessa area di Dumfries e Ansu, Acerbi tocca con il bicipite dopo un controllo di Dani Olmo. Ha deviato la palla verso la porta, ma Marciniak e il duo al Var erano tranquilli“. E però per l’Inter il Var era sveglio. “Higler, tuttavia, ha avvisato il polacco del rigore, non avendo inizialmente fischiato un fallo di Cubarsí su Lautaro, il cui piede destro il catalano ha toccato la palla prima di calciare fuori. Tuttavia, secondo le regole, non si è trattato di un’azione Var, in quanto era interpretativa e non molto chiara“.

E poi quel galeotto 3-3 di Acerbi. È rimasto proprio incastrato nell’esofago e non va né su, né giù.  “Quando Marciniak ha fischiato un rigore a Mkhitaryan su Lamine sul 2-2, il Var gli ha intimato di annullare la decisione, capendo che il primo contatto era sbagliato, anche se alla fine lo ha colpito anche all’interno quando la stella del Barça ha provato a seguirlo. Il polacco ha ascoltato senza doversi avvicinare al monitor, come aveva fatto durante i calci di rigore di Julián Álvarez nell’Atlético -Madrid“.

Infine il chiaro fallo precedente di Dumfries su Gerard Martí. Nel dubbio, Marciniak ha lasciato che la partita continuasse e il Var non è intervenuto. Anche i giocatori del Barça non hanno digerito la sconfitta. “Flick ha riassunto tutto questo così: «Ogni decisione 50-50 era a loro favore»“.

 

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