La grande vigilia. Un 3-0 al Cagliari metterebbe d’accordo i partiti del corto muso e del bel gioco
Il commento di Sergio Sciarelli. Ci avviciniamo al momento clou. Nessuno può ignorare, però, le insidie della partita di venerdì

Ci Napoli 16/12/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Cagliari / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Amir Rrahmani-Leonardo Pavoletti
La grande vigilia. Un 3-0 al Cagliari metterebbe d’accordo i partiti del corto muso e del bel gioco
Il Napoli si appresta a vivere il momento più bello ed esaltante di una competizione sofferta e (speriamo) vittoriosa all’ultimo minuto. Quale evento migliore si può immaginare per una squadra e i suoi tifosi che hanno la “chance di celebrare un trionfo, certo inatteso dopo un campionato disastroso, davanti al proprio pubblico?
La possibilità di fare coincidere il primo gol con l’emozione di chi vede avvicinarsi lo striscione del traguardo, la speranza di un secondo gol a vantaggio delle coronarie impegnate finora in tanti episodi calcistici, la probabilità di festeggiare al Maradona in diretta un risultato straordinario, non possono non rappresentare motivi di grande entusiasmo per giocatori, spettatori e napoletani tutti.
Dopo tante emozioni, è dunque il momento di evitare discorsi e polemiche sul passato, remoto o prossimo, e di partecipare con lo spirito giusto ad un evento epocale. Questo nella certezza che i protagonisti (società, staff tecnico, giocatori) sapranno rispondere all’esigenza di mettere la migliore parola “fine” per un successo che sarebbe, ovviamente, di grande significato e beneaugurante per il futuro.
Nessuno può ignorare, però, le insidie della partita di calcio ancora da svolgersi e le ansie comprensibili per la grande responsabilità di prepararla nel modo più efficace. Il compito va perciò completato con la fiducia nei propri mezzi e con la voglia di lasciare nella storia calcistica un ricordo indelebile per una impresa che accomuna un’intera città.
L’auspicio è anche quello di ottenere una vittoria convincente, con ridotte sofferenze e, volendo certo esagerare, con un punteggio soddisfacente (per esempio 3 a 0). Si tratterebbe di chiudere nel modo migliore la discussione, fatta tra tecnici, sulla priorità tra risultato a “corto muso” e bel gioco. Non solo, ma si tratterebbe di chiudere un campionato parlando di meriti agonistici e non di eventi fortunati che avrebbero aiutato a vincere una competizione il livello non eccelso e con avversari scadenti. La fortuna, ammesso che abbia un’influenza determinante, non è mai completamente cieca ed è in grado di assicurare il suo appoggio a chi lo merita.