A Napoli il fuoco negli occhi di Conte ha contagiato tutti, nonostante sia juventino come pochi (Athletic)
Pedro e Orsolini sono diventati santi come Maradona. C'era tanto scetticismo per i 150 milioni spesi, soprattutto per i calciatori "veterani"

Napoli's Italian coach Antonio Conte looks on before the Italian Serie A football match between Parma and Napoli at the Tardini stadium in Parma on May 18, 2025. (Photo by PIERO CRUCIATTI / AFP)
Con la vittoria di ieri sul Cagliari 2-0 il Napoli ha vinto il suo quarto scudetto. Merito ai calciatori, al tecnico, ma anche ai tifosi, che non hanno mai mollato nel trascinare la loro squadra del cuore verso il trionfo.
Il Napoli ha vinto anche grazie ai suoi tifosi
The Athletic racconta l’entusiasmo dei tifosi napoletani:
Gigi Buffon, diceva: «Non ho mai visto un pubblico segnare un gol». Eppure la gente, i tifosi, possono farsi sentire tanto quanto i calciatori; possono giocare un ruolo in una stagione dove si rincorre il titolo. Questa settimana, Napoli indossava solo il colore azzurro. Hanno messo bandiere, poster sui muri e foto che mostravano Pedro come un santo. Il Napoli è abituato a venerare Maradona, ma stavolta è stato diverso: la città ha santificato una riserva della Lazio i cui gol dalla panchina contro l’Inter hanno assicurato alla loro squadra di rimanere in testa al campionato. Gli striscioni ritraevano anche l’ala bolognese Riccardo Orsolini come un’icona religiosa. Aveva segnato una vittoria al 94esimo contro l’Inter.
Come nel 2023, quando il Napoli vinse il campionato dopo 33 lunghi anni, la magia non venne da Diego Armando Maradona. Viene da Napoli stessa. Ma a differenza dell’ultima volta, quando gli azzurri sembravano già destinati a vincere il campionato a febbraio, questa squadra ha avuto bisogno di una spinta in più. I napoletani hanno alzato la temperatura. Conte, come al solito, non dava nulla per scontato. Come giocatore, ha perso e vinto.
Il tecnico era già nel mirino del presidente del Napoli. Continua Athletic:
De Laurentiis aveva già provato ad assumere Conte la scorsa stagione, come sostituto di Rudi Garcia. Consapevole di ciò che gli era successo al Tottenham, Conte aveva rifiutato sulla base del fatto che non avrebbe avuto il mercato per migliorare la squadra. E questo Napoli, per lui, aveva bisogno di cambiare. Dopo una sconfitta shock per 3-0 contro l’Hellas Verona alla prima giornata, Conte ha ricordato più volte che il Napoli aveva concluso al decimo posto la stagione precedente. Tuttavia, c’era un notevole scetticismo nei confronti dei 150 milioni che il Napoli ha investito in estate. A parte Buongiorno, quasi tutti gli altri andavano per i 30 anni. McTominay e David Neres stavano per compiere 28 anni, mentre Lukaku e Leonardo Spinazzola hanno festeggiato il loro 32esimo compleanno. C’era poco in termini di valore di rivendita. Ma il Napoli non era in Europa, non sembrava preoccuparsi troppo della Coppa Italia e, a differenza dell’Inter in cerca del triplete, poteva concentrarsi sul campionato per tutta la settimana. Solo Conte sembra in grado di fare una virtù di queste circostanze.
Hanno vinto il campionato con 82 punti, il numero più basso dal 2011. Ma ai napoletani non interessa, e Conte ha dimostrato di avere ancora quel fuoco con i suoi occhi blu glaciali, dello stesso azzurro delle maglie del Napoli. Poche persone, ancora oggi, sono più juventine di Conte, eppure la sua reputazione di essere la cosa più vicina a una garanzia di gloria ha fatto sì che anche i loro acerrimi rivali lo accettassero, senza fare domande. L’unica domanda che gli viene posta ora è se rimarrà. De Laurentiis lo spera, ma rischia di perderlo, proprio come ha perso Luciano Spalletti.