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Il Real Madrid mandi pure via Ancelotti ma non si illuda che così finiranno i problemi (Valdano)

Al Paìs. Il club non ha ascoltato i segnali del campo per progettare una squadra equilibrata. E poi sfotticchia l’esaltazione del fisico che impera oggi

Il Real Madrid mandi pure via Ancelotti ma non si illuda che così finiranno i problemi (Valdano)
Mg Parigi (Francia) 28/05/2022 - finale Champions League / Liverpool-Real Madrid / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Florentino Perez-Carlo Ancelotti

Il Real Madrid mandi pure via Ancelotti ma non si illuda che così risolve i problemi (Valdano)

Jorge Valdano analizza sul Paìs la situazione del Real Madrid dopo l’eliminazione in Champions e alla vigilia della rivoluzione tecnica che condurrà alla separazione con Ancelotti.

Scrive Valdano:

Poiché non c’è club che viva così male le sconfitte come il Real Madrid, è il tempo di un tratto caratteristico: l’indignazione. Che ha il difetto di cercare un colpevole. Solo uno. Il più votato sarà Ancelotti che da qualche tempo è stato silenziosamente preso di mira. Ma nemmeno Mbappé sarà risparmiato, perché amiamo accusare i migliori.

È colpa di tutti. A partire da me come tifoso orgoglioso della nostra capacità di realizzare l’impossibile, fino al club che non ha ascoltato i segnali del campo per progettare una squadra equilibrata. E termina con una squadra che, nelle parole di Ancelotti, ha perso impegno.

Poi, Valdano si sofferma sull’importanza che si dà al fisico nel calcio contemporaneo:

Così come non basta l’impatto emotivo, allo stesso modo non bastano i muscoli per giocare un buon calcio. Pedri è un buon esempio. Il suo fisico non spaventa nessuno, ma quando è in campo riesce a mettere in ordine la casa. Un giocatore come Pedri può influenzare così tanto il gioco? Forse. Uno come Kroos può lasciare un tale sentimento di vedovanza? Forse. Ci sono verità universali e un giocatore con un senso strategico riesce a trasformare un’intera squadra. Certo, il fisico conta, ma a patto di capire che il calcio, prima che uno sport, è un gioco. Un gioco collettivo in cui devi fare la differenza in modo che la squadra sia un’unità armoniosa.

Nel bel mezzo di questa celebrazione del fisico di recente ho sentito un grande allenatore che differenzia solo due cose in un giocatore: comodo o scomodo. Con cosa? Col pallone. Se i quindici titoli di Ancelotti non sono sufficienti per loro, che lo cambino per un altro. Ma sarebbe ingenuo credere che i problemi di Madrid finiranno qui. 

Ancelotti e il Real Madrid: appuntamento per un addio anticipato, così non perde il Brasile (Gazzetta)

La Gazzetta dello Sport, con Filippo Maria Ricci, fa il punto sull’addio tra Ancelotti e Real Madrid. Addio consensuale e probabilmente anticipato, tutto dipenderà da un incontro tra il tecnico e Florentino Perez previsto per la prossima settimana.

Scrive la Gazzetta:

Carlo rischia di perdere il treno brasiliano. Al momento per il posto di ct del Brasile ci sono due candidati forti, entrambi portoghesi: Jorge Jesus, in rotta con l’Al Hilal arabo, e Abel Ferreira, attualmente al Palmeiras. Ancelotti non vuole forzare la mano a Florentino ma non può perdere tempo perché la Seleçao ai primi di giugno ha due partite fondamentali con Ecuador e Paraguay. Il Brasile non rischia di perdere il Mondiale però ha già perso la faccia, a più riprese. E la Liga finisce il 25 maggio. 

Se davvero vuole andare a Rio, Carlo deve sedersi al più presto a un tavolo con Florentino Perez e trovare il modo di apparecchiare un saluto in maniera cordiale e benefica per tutti. L’incontro potrà avvenire la prossima settimana e non sembra così difficile visti gli ottimi rapporti e la comune volontà di separarsi. Si tratta di un addio consensuale che non dovrebbe essere ostacolato dall’orgoglio personale o da questioni di calendario. Perché è vero che il Madrid deve giocare il Mondiale per Club in America tra metà giugno e metà luglio, ma se Carlo dovesse andar via e Xabi Alonso non dovesse essere ancora disponibile potrebbe farlo guidato da Alvaro Arbeloa, allenatore del Juvenil A e protetto del figlio di Florentino, o il sempreverde Santi Solari, alla Casa Blanca in qualità di ministro dell’Interno. L’importante è trovare il modo più conveniente di dirsi addio.

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