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Il preparatore atletico di Sinner: «È un decatleta, e usa le emozioni come fonte di energia»

Panichi al Corsera: “Grazie ai tre mesi di stop abbiamo potuto programmare una preparazione non spezzettata. A Roma tornerà ancora più forte”

Il preparatore atletico di Sinner: «È un decatleta, e usa le emozioni come fonte di energia»
Melbourne (Australia) 20/01/2025 - Australian Open / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY

Nei mesi squalifica è diventato il principale allenatore del più forte tennista del mondo. Si chiama Marco Panichi ed è il preparatore atletico di Sinner. Ha allenato per sette anni Djokovic. Lo ha intervistato sul Corriere della Sera Gaia Piccardi. E’ un ex atleta e dice che “per sua natura, l’atletica è da sempre l’officina di atleti, coach e biomeccanici perché ti insegna a fare tutto: correre, saltare e lanciare. In più, ti inculca la ricerca spasmodica del particolare. Ha presente i cosiddetti marginal gains? Significa che uno 0,2% di prestazione in più, può fare la differenza: nello sport di alto livello è un’enormità. Io ho fatto un’atletica in bianco e nero però l’angolo di stacco del piede sull’asse di battuta, nel lungo, era tutto. Questa mentalità, questa attenzione ai dettagli, poi l’ho portata nel tennis”.

Pare perfetto per il perfezionista Sinner. “Dal giorno in cui abbiamo saputo dello stop, giocatore, team e management hanno avuto all’unisono lo stesso pensiero: sfruttare al meglio questo periodo. Sapevamo da subito di poter fare un bel lavoro, studiato e programmato, non diluito e spezzettato dai viaggi e dai tornei come al solito. Non è che eravamo contenti della sospensione di Jannik, è chiaro, però abbiamo studiato un modo attivo e propositivo di viverla. Abbiamo trasformato i micro-cicli di lavoro in macro-cicli, siamo scesi nel particolare e nel dettaglio, abbiamo dedicato tanto tempo all’acquisizione di dati su Jannik, applicando moduli di allenamento per metterlo nelle condizioni di fare un altro salto di qualità importante. Da Roma in poi, questo lavoro dovrà dare i suoi frutti”.

Scendendo nel particolare, tanto per cominciare Sinner ha abbandonato le cavigliere, che “limitano l’articolazione e lo sforzo viene ripartito sulla struttura, con la conseguenza del sovraccarico su certe parti del corpo. Eliminare le cavigliere è stato un processo lungo ma importante per Jannik. Con fondamentali risvolti psicologici. Facendo un profondo lavoro specifico, giorno dopo giorno il giocatore si è sentito sempre più sicuro. Senza che gli facessimo alcuna pressione, a un certo punto è venuto lui da noi: sono pronto, ci ha detto”.

“Il tennis è uno sport in cui la forza specifica per eseguire il gesto tecnico deve essere esplosiva. Non demonizzo i lavori di forza però, con il fisico di Jannik, l’aspetto funzionale è più importante. Facciamo lavori tridimensionali per sviluppare il collegamento tra segmenti che rendano il suo gesto il più efficace possibile. Nel tennis ci sono tre aree che devono concatenarsi di concerto: fisico, mente e tecnica”.

“Durante lo stop forzato sta scoprendo cose nuove, che lo stimolano. Quando giriamo per tornei è impossibile dedicarsi ad altro che non sia allenamento, partita e recupero. Per di più Jannik non può più andare in giro senza essere riconosciuto e fermato. In questi tre mesi, inoltre, si è preso del tempo libero per se stesso: si è riscoperto. La detossificazione è in atto. Sono molto contento: a livello mentale è trasformato”.

“Coordinazione, stamina, aspetto neurovegetativo: Jannik ha un fisico da decatleta, sa fare bene tutto. Se fosse più forte, non potrebbe essere così agile. Se è una macchina quasi perfetta dobbiamo ringraziare Hanspeter e Siglinde Sinner, i genitori che gli hanno trasmesso il Dna. Ma, dal mio punto di vista, il suo più straordinario talento è la gestione delle situazioni, che sia un allenamento o una partita tesissima: ha una calma operativa, nei momenti che contano, rara. Mente e fisico sono un sistema integrato: quando uno lo tira giù, l’altro lo spinge in su. Sa usare le emozioni come fonte di energia: se hai un travaso emotivo, ti blocchi; ma lui sa surfare sulle emozioni, restando sempre sulla cresta. Il sistema integrato si allena, certo. Ma con le doti di Jannik Sinner devi nascere”.

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