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“Il ragazzo dai pantaloni rosa”, film manifesto contro bullismo e omofobia, è già a 4 milioni di incassi

Le lacrime sui social di Claudia Pandolfi che interpreta la madre nel film. L’idea di dedicare una strada alla memoria di Andrea Spezzacatena. 

“Il ragazzo dai pantaloni rosa”, film manifesto contro bullismo e omofobia, è già a 4 milioni di incassi

“Il ragazzo dai pantaloni rosa”, film manifesto contro bullismo e omofobia, è già a 4 milioni di incassi

Ne scrive Libero con Daniele Priori.

C’è un nuovo fenomeno tutto italiano sui grandi schermi delle sale cinematografiche del nostro Paese. Si tratta de Il ragazzo dai pantaloni rosa, la storia tristissima ma assolutamente significativa del giovane Andrea Spezzacatena, adolescente romano che, appena compiuti i 15 anni, il 20 novembre del 2012, ha deciso di togliersi la vita per le vessazioni subite a scuola da parte di compagni dal vivo e, ancor più gravemente, attraverso l’utilizzo dei social network.

Un film verità, realizzato, nelle intenzioni degli autori e dei produttori, come manifesto contro il bullismo e l’omofobia che invece sta regalando numeri da blockbuster.

Con questa mattina – sabato 23 novembre – siamo a 4,2 milioni spettatori e ieri è stato il secondo film più visto della giornata.

A interpretare il giovane suicida nel film, diretto dalla regista Margherita Ferri, troviamo il promettente Samuele Carrino. Andrea era un ragazzo modello, additato come omosessuale solo per il suo essere diverso dal branco. Un po’ solitario, riflessivo, intelligente e coraggioso tanto da sentirsi libero anche di indossare un paio di pantaloni divenuti rosa dopo un lavaggio sbagliato, per il puro gusto e la semplice libertà di farlo. Invece purtroppo non è così. La storia, raccontata con profondo garbo, grazie a un racconto composto che non scade mai in eccessi di pathos e pietismo (neppure nei punti nei quali si sarebbe anche potuto calcare un po’ più la mano).

“Il ragazzo dai pantaloni rosa”: la madre fu nominata cavaliere da Mattarella

La donna è autrice di un libro dal titolo ulteriormente significativo: Andrea, oltre il pantalone rosa, edito da Graus. Una testimonianza coraggiosa fruttata alla signora Manes la nomina a cavaliere da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che l’ha insignita dell’onorificenza alla fine del 2021.

Claudia Pandolfi nei giorni scorsi si è presentata in lacrime sui suoi profili social, tanta è stata la commozione per l’accoglienza ricevuta dal film che, a fronte di pochi bigotti che, in una scuola di Treviso, volevano impedirne la proiezione per gli studenti, sta ricevendo fortissimi favori tanto dai giovani quanto dai loro genitori, essendo divenuto a tutti gli effetti un prodotto per tutta la famiglia.

«Per me è stato fondamentale l’incontro con Teresa Manes», ha raccontato la regista presentando il film. «Le ho chiesto cosa si aspettasse e lei ha risposto un film pieno di vita come era Andrea. Io volevo fare proprio questo, un lungometraggio che celebrasse la vita di Andrea e che non fosse sulla sua morte. Un coinvolgimento emotivo che è stato sentito da tutti». Al punto che in questi giorni a Roma si sta facendo spazio anche l’idea di dedicare una strada alla memoria di Andrea Spezzacatena. 

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