Gli hacker hanno chiesto un riscatto. Avrebbero in mano i piani aziendali, contratti di sponsorizzazione e dati finanziari, dati personali
Il Bologna è sotto ricatto degli hacker. Nelle scorse ore ignoti hanno bucato i sistemi informatici del club e diffuso sul Dark Web migliaia di dati riservati. Hanno anche accusato la società rossoblù di aver violato il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, cosa che comporterebbe una multa da parte del Garante che potrebbe arrivare fino a 10 milioni di euro o al 2% del fatturato del club. A segnalarlo è il Corriere dello Sport.
Il Bologna sotto ricatto dagli hacker
Il quotidiano sottolinea che “Nelle mani dei pirati informatici, che per il momento hanno condiviso le cartelle, senza rendere accessibili i file, ci sarebbero i piani aziendali, tutti i contratti di sponsorizzazione, tutti i dati finanziari, tutti i dati personali e riservati dei giocatori, dei tifosi, dipendenti, le strategie di mercato, inclusi trasferimenti e giovani talenti di altre squadre e tutti i dati medici del club con sede a Casteldebole.
Tra i 200 GB tra email e documenti, alcuni dei quali sono stati pubblicati come dimostrazione della veridicità della riuscita dell’attacco, che sul sito di RansomHub, il gruppo di criminali informatici ha dichiarato di aver sottratto anche la schermata con la scansione del passaporto di Vincenzo Italiano, il suo contratto biennale compreso di compensi e anche l’Iban“.
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Ieri gli hacker hanno pubblicato un messaggio di ricatto per il Bologna:
«Il management del club – si poteva leggere sul sito RansomHub – si è rifiutato di proteggere i dati confidenziali di calciatori e sponsor. Perciò in 2 giorni pubblicheremo tutti i dati medici, personali e confidenziali dei giocatori del club. Ma ricordiamo loro che potranno ottenere molti più soldi attraverso le cause legali che giocando in un club che li ha traditi».
La scadenza della richiesta di un riscatto è dunque imminente: sul sito c’era anche un conto alla rovescia entro il quale è richiesto il pagamento del riscatto.
Da parte sua, il Bologna ha sporto denuncia alla polizia postale e nei tempi previsti dalla normativa (72 ore) ha informato della situazione il Garante.