ilNapolista

Sabrina Salerno: «Quando mi riconobbe, mio padre disse: “ma non avrai mai il mio affetto”»

Al CorSera: «Il pregiudizio più grande nei miei confronti? Sono talmente tanti, bella e stupida. Mi davano per morta quando avevo vent’anni. E ho venduto 20 milioni di dischi. Ciaone!»

Sabrina Salerno: «Quando mi riconobbe, mio padre disse: “ma non avrai mai il mio affetto”»
Foto Beescoop/Image

Sul Corriere della Sera una lunga intervista a Sabrina Salerno. Esordì nello spettacolo quando aveva 16 anni, dopo la partecipazione a Miss Italia. Nella sua carriera tanta tv, al fianco di Nino Manfredi, Johnny Dorelli, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello e anche Raffaella Carrà. È sposata da 30 anni con l’imprenditore veneto Enrico Monti, con il quale ha avuto Luca Maria, 17 anni.  Racconta la sua infanzia, è cresciuta a Genova con la zia, poi si è trasferita a Sanremo dai nonni materni, piccolissima. La mamma, infermiera, l’aveva avuta a 18 anni.

«Da lei sono tornata a vivere per un breve periodo dai 15 ai 17 anni, poi ho cominciato a lavorare».

Si racconta come una ragazzina

«Inquieta, ribelle, avevo sempre idee diverse rispetto agli altri, non rientravo nei canoni. Ho avuto una sola amica importante, in quegli anni: Natasha, olandese, faceva il liceo linguistico come me. La mia adolescenza è stata brevissima».

Il padre, invece, lo ha conosciuto quando aveva 12 anni.

«Avevo scoperto nome e cognome e lo avevo cercato sull’elenco telefonico. Lo avevo chiamato per incontrarlo, per curiosità: volevo dare un’immagine all’uomo che, seppure involontariamente, mi aveva messa al mondo. Ho sempre rispettato che non volesse riconoscermi e non accettasse il ruolo di padre. Almeno, credevo di averlo elaborato».

Racconta il primo incontro con il padre:

«Venne a prendermi a Genova e pensai: “Mamma mia come è giovane”. Sembrava un ventenne. Ci rimasi male, forse mi aspettavo una figura più adulta, invece mi sono trovata davanti questo belloccio ed è stato uno choc».

L’ha riconosciuta quando lei ormai aveva 45 anni.

«Disse: “Va bene, facciamo il riconoscimento, ma non avrai mai il mio affetto”. Con lui poi ho fatto pace. Prima che morisse ho sistemato tutto: un periodo bellissimo, durato pochi mesi».

Parla del successo, che ha portato tanti ad essere ossessionati da lei. A 19 anni aveva già accanto le guardie del corpo.

«Non potevo muovere un passo di mia iniziativa. C’erano persone ossessionate da me. Un fisico nucleare mi seguiva ovunque e in albergo riuscivano solo a metterlo a un piano diverso dal mio. In Spagna avevo una guardia fuori dalla porta. Ancora adesso una spagnola mi dà la caccia. Un mese fa si è piazzata davanti al Comune di Mogliano per farsi dare il mio indirizzo».

Chi ha risentito della sua popolarità come icona sexy è stato suo figlio. Se ne accorse quando aveva sei anni.

«A sei anni, quando lo portai in Francia per un concerto del tour di Stars 80. In camerino non faceva entrare nessuno, mi diceva che ero troppo magra, di coprirmi. Mentre mi esibivo, ho visto nei suoi occhi uno sguardo che non mi piaceva. Per lui la mia immagine di donna sexy era difficile da elaborare».

Oggi va meglio?

«Direi di sì, credo abbia scavallato. Abbiamo un legame forte, passiamo da momenti di estasi a momenti di catastrofe. Ho la responsabilità di insegnargli a rispettare le donne».

Il pregiudizio più grande nei suoi confronti?

«Sono talmente tanti… Forse bella e stupida. Pensi che io mi ritengo più intelligente che bella. Mi davano per morta già quando avevo vent’anni. E invece ci sono ancora. E ho venduto 20 milioni di dischi. Ciaone!».

ilnapolista © riproduzione riservata