E’ troppo più forte, se non vince lui tira il gruppo in volata come a Napoli. Non solo vuole vincere il Giro, ha anche il potere di farlo fallire

Ad un certo punto, sul lungomare di Napoli, Tadej Pogacar s’è scocciato e s’è messo lui – il campione, il cannibale, la maglia rosa – a fare il gregario altrui. Ha tirato il gruppo negli ultimi 700 metri della nona tappa del Giro per andare a ingoiare il povero Kooij in fuga. Vai Milan, vai maglia ciclamino, vallo a prendere tu. Ha vinto di mezza ruota Kooij, ma ha vinto davvero, di nuovo Pogacar. Il quale è ormai platealmente accusato di bullismo: non solo vuole vincere il Giro, ha anche il potere di farlo fallire. Un po’ come il Jep Gambardella di Sorrentino con le feste.
E dunque, dopo L’Equipe, ecco che anche in Germania criticano il Giro stesso, colpevoli gli organizzatori di aver piegato il tracciato per garantirgli una vittoria e la partecipazione seguente al Tour, per una doppietta che non riesce a Pantani dal 1998. La Faz scrive che “L’intoccabile si è lamentato del naso chiuso dopo la vittoria della terza tappa. Tradotto significa: tutt’al più la natura potrà impedirgli il suo primo trionfo al Giro d’Italia. La concorrenza non è in grado di farlo”.
Il successo finale non è mai stato in discussione. Pogacar è troppo superiore. “Il secondo assoluto, il colombiano Daniel Martinez della squadra tedesca Bora-hansgrohe, è già quasi tre minuti indietro. Domenica i velocisti hanno avuto la loro occasione, a Napoli ha vinto l’olandese Olav Kooij. La superiorità è così grande che Pogacar si è sentito costretto a difendere i suoi successi. “Sono sicuro al 100% che sto davvero dando sui nervi ad alcuni ragazzi“, ha detto il 25enne. “Ma corro per la squadra che mi paga e per i miei compagni che si danno da fare per me. Vogliamo dimostrare quanto siamo forti qui”. Insomma fa il suo mestiere.
Sono piuttosto “gli stessi organizzatori del Giro che hanno creato la noia. Il percorso è stato notevolmente facilitato rispetto agli anni precedenti e il dislivello è stato ridotto di circa il 20%. Ciò può certamente essere classificato come una concessione a Pogacar. Alla fine può uscirne dal Giro un po’ più fresco e ha maggiori possibilità di vincere in seguito il Tour de France”.
Il bello è che Pogacar cerca anche di rinfrancare gli avversari: “Penso che riacquisteranno un po’ di fiducia e vedremo delle grandi battaglie nelle prossime tappe di montagna”.