Sul Giornale. La deriva del Napoli è imbarazzante, pure caratterizzata dalle isterie dei suoi uomini scudetto, Kvara e Osimhen.

La Juventus è sconcia e patetica, Allegri parla da parroco. Lo scrive Tony Damascelli sul Giornale.
La Juventus, sconcia e patetica, non vince dal 7 di aprile ed è stata capace di una eroica impresa: il pareggio in extremis con la retrocessa Salernitana; quello bianconero è un gruppo sfiduciato, Allegri parla da parroco, la società è impersonale con alcuni
dirigenti che si muovono a titolo personale, sbagliando, per ignoranza e presunzione, le strategie politiche (allucinante la
cordata con i club indebitati), infine comica l’irrigazione del prato dopo il nubifragio, premesse irresistibili alla vigilia della
finale di Coppa Italia contro l’Atalanta che vive una vita esattamente opposta; caricata a mille dal risultato di euroleague, la Dea ha giocato un calcio fantastico bullizzando con due gol e mezza dozzina di altre occasioni la Roma però rimessa in vita da un rigore inventato da Guida, improbabile e indisponente arbitro, De Rossi si ritrova addosso la Lazio di Tudor che può allestire la beffa capitale, mentre la deriva del Napoli è imbarazzante, pure caratterizzata dalle isterie dei suoi uomini scudetto, Kvara e Osimhen.
Allegri difeso dagli ultras della Juventus perché ha messo la faccia su anni bui, con una società fredda (Corsport)
Allegri e Giuntoli parlano lingue diverse, Allegri ha sempre saputo cosa pensano di lui alla Juventus (Il Giornale)
Allegri e Giuntoli parlano lingue diverse, Allegri ha sempre saputo cosa pensano di lui alla Juve. Lo scrive Il Giornale con Franco Ordine.
C’è una sola persona che non si meraviglia affatto degli sviluppi futuri di casa Juve e nemmeno del diverso rendimento tenuto dal team durante il girone di ritorno. Si tratta appunto di Max Allegri che resta un profondo conoscitore del mondo bianconero e che in forza della conoscenza personale degli uomini che lavorano nel club ha sempre avuto conoscenza perfetta dei giudizi autentici che circolavano negli uffici sul suo conto e dei piani per il futuro. Per questo motivo non è rimasto spiazzato né dall’eco della notizia dell’incontro riservato di Calvo con Antonio Conte e nemmeno dai recenti intrecci di Giuntoli con Thiago Motta. Che i due, allenatore e ds, parlassero una lingua diversa lo si è capito in modo plastico a gennaio quando in occasione del mercato invernale, Allegri raccomandò una strategia (o prendere due centrocampisti di spessore, Bonaventura il segnalato, oppure lasciare intatto il gruppo) e si ritrovò invece con due innesti (Tiago Djalo infortunato, Alcaraz in prestito a cifra consistente) del cui contributo la Juve non ha tratto alcun vantaggio.