«Noi condanniamo ogni tipo di razzismo e siamo al fianco di Juan Jesus da questo punto di vista. La sentenza va rispettata»

Marotta: «Acerbi? È una pagina amara, comunque la si veda».
Marotta: «Acerbi? Siamo stati zitti volutamente. È una pagina amara comunque la si veda. Noi abbiamo chiesto ad Acerbi di farci il resoconto di quello che è successo in campo. Lui c’ha raccontato la sua verità, noi non avevamo dubbi e non avevamo riscontri di un comportamento di discriminazione razziale nei confronti dell’avversario. Pertanto lo abbiamo affiancato con il nostro avvocato e il giudice ha espresso la sua posizione. L’Inter è sempre a favore di ogni iniziativa contro qualunque discriminazione. Noi condanniamo ogni tipo di razzismo e siamo al fianco di Juan Jesus da questo punto di vista. La sentenza va rispettata, Acerbi è un professionista e una persona seria, non credo possa scherzare su questi argomenti. Io non sono giudice, abbiamo chiesto il resoconto al nostro tesserato e non abbiamo dubbi che sia la verità».
Marotta: “Ovviamente Acerbi è stato condizionato da tanti attacchi. Ma è abituato ad affrontare la vita con grande determinazione. Ha avuto gravi problemi di salute, è un uomo con la U maiuscola. Saprà venir fuori anche da questa questione”
Marotta: “Acerbi? Siamo stati zitti volutamente. E’ una pagina amara comunque la si veda. Noi abbiamo chiesto ad Acerbi di farci il resoconto di quello che è successo in campo. Lui c’ha raccontato la sua verità, noi non avevamo dubbi e non avevamo riscontri di un comportamento di… pic.twitter.com/D7nUReM7qa
— Daniele Mari (@marifcinter) April 1, 2024
L’intervista di Acerbi (Marotta non ha detto niente, giustamente)
L’Inter ha riletto l’intervista di Acerbi? La domanda è più che legittima. L’intervista del Corriere della Sera al calciatore dell’Inter e iper-protetto dalla coppia Spalletti-Gravina, è un boomerang niente male. L’Acerbi-pensiero si dispiega in tutta la sua magnificenza. Nessun accenno a ciò che ha detto a Juan Jesus né tantomeno glielo hanno chiesto, immaginiamo che fosse concordata senza la domanda. Poco importa i due giornalisti sono riusciti a far emergere in maniera nitida l’Acerbi pensiero che è sintetizzato dalla frase che riportiamo integralmente.
I giornalisti dicono: il campo non deve essere una zona franca.
E il signor Acerbi si staglia con un pensiero alla Nelson Mandela:
«Non dovrebbe esserlo, ma si sente un po’ di tutto, anche se ci sono quaranta telecamere. Se l’ arbitro dovesse scrivere con carta e penna tutto quello che sente, dovrebbe correre con lo zaino. Però finisce sempre lì, altrimenti diventa tutto condannabile, anche gli insulti ai serbi, agli italiani, alle madri».
Come dire, e ora non puoi nemmeno dire zingaro a un serbo? E su. Merita un abbraccio supplementare da parte di Gravina, anche un bacio in fronte.
Ci sono alcuni tweet che vale la pena riportare:
«Io non sono una persona razzista: il mio idolo era George Weah» + «In campo si sente di tutto però finisce lì, altrimenti diventa tutto condannabile, anche gli insulti ai serbi, agli italiani, alle madri»: Francesco Acerbi sul Corriere, imbarazzante https://t.co/QZjn6paEu0
— Davide Coppo (@davcoppo) March 29, 2024
Più Acerbi parla, più peggiora la situazione. Banalizzare gli insulti razzisti derubricandoli a cose di campo e paragonandoli ad una normale offesa significa non aver capito nulla. Tra l’altro, se lui non avesse negato il fatto, JJ avrebbe chiuso subito la questione (da signore). pic.twitter.com/lAQbuJwj1d
— Nicole Tosi (@TosiNicole) March 29, 2024