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Gasperini, c’è anche lui sul taccuino di De Laurentiis (Corsport)

Torna nei radar di De Laurentiis dopo più di dieci anni. Resta una domanda: rinuncerebbe alla Champions per venire a Napoli?

Gasperini, c’è anche lui sul taccuino di De Laurentiis (Corsport)
Db Milano 25/02/2024 - campionato di calcio serie A / Milan-Atalanta / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giampiero Gasperini

Gasperini, c’è anche lui sul taccuino di De Laurentiis. Lo scrive il Corriere dello Sport con Fabio Mandarini.

Ora bisognerà trovare l’allenatore: oltre a Conte, Pioli e Italiano, nei radar di De Laurentiis è tornato anche Gian Piero Gasperini. Il Gasp è un vecchio amore, sedotto e abbandonato più di dieci anni fa: Adl lo aveva scelto per sostituire Mazzarri, poi Walter all’improvviso decise di rinnovare e arrivederci e grazie di tutto. Anzi di niente. A distanza di tempo, però, il cerchio si è chiuso, come una specie di nemesi: Mazzarri è stato esonerato e Gasperini è rientrato in corsa per il futuro del Napoli insieme con i soliti componenti di quella che gradualmente comincia ad assumere i contorni della lista definitiva: Antonio Conte è il primo desiderio, già cercato a ottobre, e come Gasp è sempre stato un fautore della difesa a tre, fermo restando gli arricchimenti e le metamorfosi stuzzicate anche dallo studio e dall’aggiornamento di questo anni; Vincenzo Italiano e Stefano Pioli, invece, sono teorici della difesa a quattro e sono altri due allenatori stimati professionalmente e umanamente.

La domanda è: rinuncerà Gasperini alla Champions con l’Atalanta per approdare al Napoli?

Gasperini elogiato da The Athletic

L’Atalanta ha vinto l’andata dei quarti di Europa League 3-0 contro il Liverpool, in Inghilterra. The Athletic ha tessuto l’elogio di una squadra che negli ultimi anni è diventata una minaccia nelle competizioni europee; merito, principalmente, del tecnico Gian Piero Gasperini.

L’Atalanta di Gasperini: otto anni su nove qualificata alle competizioni europee

Altre squadre italiane hanno vinto ad Anfield. Il Genoa è stata la prima, nella Coppa Uefa del 1992. In panchina c’era l’avatar di Gian Piero Gasperini, Osvaldo Bagnoli. Ma risultati del genere erano una tantum, racconti per i nipoti. Eppure l’Atalanta lo ha fatto di nuovo. Dopo aver battuto il Liverpool durante la pandemia nella fase a gironi di Champions. Nel frattempo tante cose sono cambiate. Sette degli undici che hanno vinto ad Anfield nel 2020 se ne sono andati. L’ultima squadra a vincere 3-0 in trasferta ad Anfield in Europa era stato il Real Madrid, quasi un decennio fa, prima che arrivasse Klopp; era un Liverpool meno formidabile di quello che l’Atalanta ha affrontato ieri sera. 

Questa vittoria è stata una sorpresa? Solo sul piano del livello dei calciatori, ovviamente. In stagione il Liverpool non aveva mai perso ad Anfield. In questo contesto, la vittoria dell’Atalanta ha suscitato un certo stupore. Ma Gasperini ha normalizzato lo straordinario. Negli 84 anni prima che diventasse lui allenatore, l’Atalanta aveva gareggiato in Europa tre volte (arrivando anche alle semifinali di Coppa delle Coppe come squadra di Serie B nel 1988). Da allora si sono qualificati in tutte le sue otto stagioni in carica, tranne una. Non solo ha trionfato sul Liverpool in Inghilterra, ma è arrivata a pochi secondi da una semifinale di Champions League nel 2020. C’era una volta l’Atalanta, club che saliva e scendeva tra Serie A e Serie B; ora le competizioni europee sono una regola più che un’eccezione.

Con Gasperini l’Atalanta è sempre stata coraggiosa. Hanno rischiato e aggredito gli avversari. In passato è stato criticato per non aver adottato un approccio più misurato. Ma guardate dove l’ha portato questo approccio. Gianluca Scamacca ha incarnato tutto ciò che di bello ha portato la Dea ad Anfield: ha usato bene il fisico, le sue abilità da tipico centravanti di Premier. Pep Guardiola ha detto che giocare contro l’Atalanta di Gasperini è come andare dal dentista. Jurgen Klopp ha riso quando il giornalista Gianluigi Bagnulo alla vigilia gli ha detto che, alla luce del lavoro fatto sul suo sorriso, non avrebbe avuto paura dei trapani; ma Klopp non sorrideva più a fine partita.

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