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Valentina Nappi: «non confondiamo il femminismo col me too. La Gruber voleva intervistarmi, ho detto no»

La pornostar a Panorama: «Ha scritto un libro sul porno, le ho scritto che è la persona meno adatta per affrontare un libro del genere»

Valentina Nappi: «non confondiamo il femminismo col me too. La Gruber voleva intervistarmi, ho detto no»

Valentina Nappi: «non confondiamo il femminismo col me too, per piacere». La Verità pubblica estratti dell’intervista che la pornostar ha concesso a Panorama.

Valentina Nappi, 33 anni da Scafati, Salerno: è la pornostar italiana più famosa nel mondo, il cervello più sexy dell’hard, l’unica che su Xvideos.com è riuscita ad arrivare a 1 miliardo di visualizzazioni. Sarcastica e frizzante, talvolta anche un po’ velenosa, ha debuttato nel cinema mainstream con Pensati sexy, la commedia romantica di Michela Andreozzi.

Il film lo abbiamo visto e lei funziona.

Prosegue La Verità.

Un po’ fata turchina, un po’ Cleopatra, Miss Nappi vaga per il film avvolta da veli rosa e azzurri e strizzata in abitini di lattice e oro dando lezioni di seduzione con battute che ha contribuito lei stessa a perfezionare insieme alla sceneggiatrice. Anche se le ha sempre mandate a dire un po’ a tutti (politici, filosofi, colleghi), al momento non sopporta le… femministe. 

Perché non le piacciono le femministe?
Valentina Nappi: «Dipende. Un conto è parlare di Kate Millet, l’attivista americana e icona del femminismo che scrisse La politica del sesso, per spiegare come l’oppressione sessuale è alla fine dominio politico, e perché il sessismo e il patriarcato vanno combattuti. Diverso è immaginare che ci rappresentino le ragazze del Me too, quelle che non avrebbero voluto ma poi sono state obbligate a farlo…Per piacere! Bisogna distinguere tra uno stupro di gruppo, le terribili violenze che subisce una moglie dal marito manesco e una mano sul sedere sull’autobus o una scopata per un film. E poi dobbiamo anche accettare che una donna non va sempre creduta».

Ha girato oltre 500 film. Non è stanca?
Valentina Nappi: «Ho 33 anni, sono giovane e sono più eccitata ora di quando ne avevo 16. Se recito in film porno è perché mi piace. Certo, ho colleghe che lo fanno perché sono dipendenti dal sesso e quando smettono si suicidano. In America, se sei stata una stella dell’hard, costruirsi una vita normale è complicato. È difficile aprire un conto in banca, avere una casa in affitto e trovare un uomo capace di difendersi da tutto l’odio che gli hater ti gettano addosso».

Lilli Gruber ha scritto Non farti fottere. Dittatura del porno o democrazia del piacere? (Rizzoli). È un’inchiesta sull’ascesa di una pericolosa società pornografica di massa. Ne sa qualcosa?
«La Gruber mi ha scritto perché voleva intervistarmi, ma le ho risposto che è la persona meno adatta per affrontare un libro del genere e ho declinato. Lo ha pubblicato non certo per salvarci, ma perché il porno, da Youporn a Onlyfans, è un tema caldo. Solo che non le permetterò di guadagnare neanche un euro con le mie parole. Dovremmo avere una chiesa del porno per inquisire e scomunicare chiunque scriva frottole sul porno».

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