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Sofia Goggia s’è già rialzata: «Ero disperata, ma non sono mica sotto le bombe a Gaza»

“Ho approfittato della convalescenza per fare esami all’università. Volevo studiare anche pianoforte ma con la gamba non potevo”

Sofia Goggia s’è già rialzata: «Ero disperata, ma non sono mica sotto le bombe a Gaza»
Italy's Sofia Goggia looks at her injured hand as she celebrates on the podium after winning first place at the end of the Women's Downhill event during the FIS Alpine Ski World Cup in Saint-Moritz on December 17, 2022. - Goggia returned from overnight surgery on broken fingers to win the race on December 17, 2022, in the Women's World Cup downhill event in Saint Moritz. (Photo by Fabrice COFFRINI / AFP)

Come se non avesse fatto altro per tutta la carriera, Sofia Goggia s’è rimessa in piedi. Ha battuto il dolore dell’ennesimo infortunio gravissimo, la “disperazione” che lei stessa racconta. A 45 giorni dalla rottura “in svariati punti” della tibia, Goggia va in conferenza stampa, e riassume: “I primi 20 giorni dopo l’operazione sono stati devastanti, sono stata malissimo fisicamente e mentalmente. Emotivamente ero disperata. E’ stata una sofferenza. So che ci sono drammi ben peggiori ma per un atleta non c’è nulla di più difficile che dover affrontare infortunio. Ho pensato che al mondo c’erano drammi più gravi del mio. Non sono sotto le bombe di Gaza, ho cercato di buttare lo sguardo oltre dove ci sono contesti di sofferenza ben più gravi che la rottura di una gamba dalla quale di guarisce”.Ho voluto aspettare gli esami di controllo prima di fare questa conferenza stampa. Ho fatto gli esami la settimana scorsa ed eccomi qui”.

“In passato mi sono rotta delle ossa ma non avevo mai subito una frattura complicata come questa. Le premesse dell’intervento erano molto complicate, riuscire a costruirlo era difficile. L’intervento è riuscito perfettamente e questo è un ottimo punto di partenza. L’importante è andare con calma. La mia caviglia nonostante il taglio è molto bella e anche i dottori al controllo erano parecchio contenti. Mi sono rotta il pilone tibiale trasversalmente in più parti, un trauma da compressione e torsione fortissimo e si è frantumata la tibia in più parti. Ho una piastra a forma di ‘L’ che mi tiene la tibia ma essendo la frattura così bassa mi hanno fatto un taglio molto lungo per infilare la placca”.

Fa un po’ ridere, visti i precedenti, ma si parla di tempi di recupero: “Quelli standard sono di sei mesi – risponde – Una volta saldato l’osso e se ho un fisico idoneo per sciare posso anche andare prima, spesso sono tornata prima, accorciando i tempi, cosa che non voglio fare ora ma non è detto che debba aspettare i canonici sei mesi. Fossi pronta a giugno anziché a luglio, non sarà tassativo aspettare oltre, ma è ancora presto per parlarne. Gli ultimi esami hanno dimostrato che si sta formando un callo osseo, tuttavia servirà pazienza per aver la sicurezza di stare bene”.

Nemmeno a dirlo, Goggia non ha sprecato il suo tempo a piangersi addosso: “Sto approfittando di questo tempo per portare avanti il mio percorso universitario, ho già dato due esami e ne ho in pancia altri quattro, forse cinque. Cerco di sfruttare il tempo in modo da portarmi avanti di studiare e di fare più esami possibile. Volevo studiare anche pianoforte, ma con la gamba era impossibile“.

 

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