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Javier Pastore su Mbappé: «Sono rimasto sorpreso dalla sua serietà, paragonabile sono a Messi e Cr7»

In un’intervista a ‘La Nacion’ ha raccontato dei suoi problemi di salute e spiegato che ora deve prepararsi perché non basta aver giocato in grandi club per lavorare nel mondo del calcio

Javier Pastore su Mbappé: «Sono rimasto sorpreso dalla sua serietà, paragonabile sono a Messi e Cr7»
As Frosinone 20/07/2018 - amichevole / Roma-Avellino / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Javier Pastore

Javier Pastore centrocampista svincolato che ha giocato in grandi club come il Psg e la Roma ha rilasciato una lunga intervista a ‘La Nacion’, in cui ha raccontato di Mbappè

“Ho parlato molto con Kylian, è un ragazzo molto concentrato: ha perso una finale e il giorno dopo stavo già pensando a quello che avrebbe vinto. Ha una mentalità incredibile. Lo conosco molto, ho un rapporto molto bello con lui ed è un vincitore, compete al 100%. Sono sorpreso dalla sua serietà a quell’età. Quella serietà era stata vista solo da Cristiano Ronaldo e Messi. Già nelle nuove generazioni è molto difficile trovare la concentrazione e la serietà che ha Kylian. Non lo vedo in altri giovani… forse sì in Haaland. Ma è difficile trovare quei tratti. Kylian è sempre concentrato e disposto a dare di più, e questo mi è sempre stato sorprendente”

Dopo tanti giri e tante nazioni cambiate ora con la sua famiglia ha deciso di stabilirsi a Madrid

“Volevamo vivere l’esperienza di stabilirci in un’altra grande capitale europea. E dico vivere, non essere di passaggio come ci era successo molte volte. Vedere come vive lo spagnolo, che, credo, culturalmente, è il più aperto di tutti. Ricevono persone da tutto il mondo, hai cucina da tutto il mondo, prodotti da tutte le parti, aperte a culture e religioni… è una città con molto sole. E siamo entusiasti di Madrid. Ma, la nostra base in Europa è ancora la Francia. A Parigi ho la mia casa, ho molti amici, ho molte possibilità di lavoro, sono stato chiamato da club, dalla televisione… è il posto che mi ha segnato di più professionalmente e, naturalmente, è il posto da cui mi arrivano più proposte. Ma ora, è il momento di pensare e di prepararmi. Formarmi”

Poi ha confessato come l’ultimo periodo della sua vita sia stato tormentato per via di un problema all’anca. Un problema che appare finalmente risolto dopo l’operazione:”Non ce la facevo più a sopportare il dolore, mi svegliavo e già sentivo male, i primi passi erano un calvario. Per continuare a giocare a calcio le ho provate tutte, ma non ottenevo mai il risultato sperato. Riuscivo ad allenarmi e a giocare, ma non mi miglioravano sul serio la qualità della vita. Giocavo una partita e dopo dovevo stare due giorni a letto per il dolore. Soffrivo in campo e soffrivo dopo, non potevo neanche giocare coi miei figli”.

Dopo l’intervento e la riabilitazione ha recuperato tornando ad una vita normale e pensa anche ad un suo ritorno, ma non come giocatore, motivo per cui bisogna prepararsi spiega:

“Quando sei un giocatore pensi di sapere tutto, che non ti tocca nulla, che puoi fare quello che vuoi… E se ti rimani con la testa del giocatore, il giorno dopo è molto difficile. Perché ti arriveranno delle opportunità, ma penserai che puoi fare quello che vuoi perché hai giocato nella nazionale o nei migliori club, e no. Questo non è sufficiente, non serve. Quello che serve non l’hai ancora imparato. Si sa solo giocare a calcio su un campo, e di fronte alla nuova sfida, se non si è pronti, non appena si sbaglia una o due volte, la cosa più facile è farsi buttare fuori. Diranno: ‘È stato un buon giocatore, ma non va bene per questo’. E questo non voglio che mi succeda. Sono giovane, ho appena 34 anni e devo imparare”

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