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I ventenni finiscono, il De Laurentiis con il futuro tra le mani non c’è più

Aurelio grazie, è stato un viaggio bellissimo. Gli anni e le battaglie logorano tutti. Cos’altro potrebbe succedere? Potrebbe piovere.

I ventenni finiscono, il De Laurentiis con il futuro tra le mani non c’è più
Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis

I ventenni finiscono, il De Laurentiis sempre con il futuro tra le mani non c’è più

Aurelio grazie, è stato un viaggio bellissimo. Farai sempre parte della Storia del calcio Napoli. Sarai uno dei capitoli indimenticabili. Il ventennio più fulgido della storia del Napoli. Più solido di Ferlaino. Sulla cresta da sempre. ispido, provocatore, pecoreccio, cafone, geniale e visionario come nessuno. Imprenditore vero, più di Lauro e Ferlaino, che a modo loro le spalle coperte da: denari, politica e città influente le avevano. Capace di non fare prigionieri perché voglioso di essere solo nella galera fatta di fama, denaro ed affetto. Es tu culpa solo il poco amore per il calcio. Inteso come rispetto dei suoi rituali e delle sue liturgie. Poche battute d’arresto. Una stagione negativa, ma di assestamento in serie A. Qualche fisiologica stagione sbagliata, lavorando però verso la crescita ed il futuro. Scaltro, non ha mai voluto avere a che fare con la città. Quest’anno no. Quest’anno è stata una Caporetto. Anche se dovesse arrivare una Champions di magagne e demeriti altrui.

De Laurentiis, fare tutto da solo non è possibile

Fare tutto da solo non è possibile. L’età si è fatta sentire, gli anni e le battaglie logorano tutti. Hanno logorato gli ultras che con te hanno perso, ma hanno logorato lo stesso De Laurentiis. Le immagini dei suoi limiti appartengono sempre agli stessi momenti, sempre davanti alle telecamere. L’intemerata contro Sarri a Madrid per non aver dato spazio a Rog e Pavoletti. La triste sceneggiata di lunedì sera, contro Sky, contro Ugolini, contro il mondo intero reo non si sa di quale colpa. Scarsa educazione dice la gioventù Aureliana. Scarsa lucidità i detrattori. De Laurentiis è stato un presidente profondamente umano. L’unico in grado di governare una piazza come Napoli. Umorale e vulcanica come egli stesso non riesce a non essere. Ma i presidenti umani finiscono. I ventenni finiscono. Finisce Dino Viola, finisce Paolo Mantovani (senza eredi), finiscono prima Mario e poi Vittorio Cecchi Gori, finisce Moratti, finisce anche Berlusconi il cui triste solitario y final al Milan ha punti di contatto con l’attuale presidenza azzurra (Pato-Sinicropi). Resistono, chissà ancora per quanto gli Agnelli che si passano il testimone da oltre un secolo. Finirà sul campo Adriano Galliani icona nazional popolare del calcio nostrano. Dirigente e personaggio trasversale. Ultimo scoglio in un mare di ricordi.

Il suo Napoli sta finendo molto peggio delle pessime previsioni della vigilia.

Il De Laurentiis sempre con il futuro tra le mani non c’è più. Semplicemente perché ha pensato di essere oltre il tramonto della propria presidenza. Un errore umano. Un errore capitato ad altri. Un errore da parte di chi vede scivolare via un tempo inafferrabile e beffardo. Non è una questione ideologica, di accrediti o di paste e fagioli molto buone. Le tristi armi di chi non concepisce menti libere, ma solo schieramenti. Il Napoli di Ferlaino finì con tangentopoli ed il sipario su un mondo che oggi ci appare bellissimo e lontano, ma la puzza di merda che c’era all’epoca è affievolita con tempo che passa. Il Napoli di Aurelio De Laurentiis sta finendo molto peggio delle pessime previsioni della vigilia. Non preoccupa il continuum della gestione De Laurentiis, preoccupa un anziano arzillo che va dove gli batte il cuore, ma alla fine finisce sempre deluso e deludente.

Se lui è a Bagnoli per lo stadio; se è a Barcellona come preside di una scolaresca, chi programma i prossimi passi?

I tifosi sperano sempre l’impensabile. Altrimenti non sarebbero affetti dal tifo. Anche Gattuso ha sperato di battere il Barcellona ed è finita come ieri sera allo stesso modo. Le stagioni hanno gli odori. Questa stagione odora di disperazione. La disperazione che ti porta a fare entrare gaglioffi imbonitori dalla porta principale ed a renderli tuo consiglieri.

In otto mesi uno scudetto è sbiadito, in otto mesi si sono perse nove posizioni. Cos’altro potrebbe succedere?

Potrebbe piovere.

Potrebbe lasciarci dove ci ha trovato.

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