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De Rossi: «Ammiro molto De Zerbi. Primi 50 giorni alla Roma? Mi aspettavo 3 punti in più in classifica»

In Conferenza: «Doman saranno diverse partite nella partita. Dobbiamo vincere entrambe le ‘partite’»

De Rossi: «Ammiro molto De Zerbi. Primi 50 giorni alla Roma? Mi aspettavo 3 punti in più in classifica»
Db Genova 18/10/2022 - Coppa Italia / Genoa-Spal / foto Daniele Buffai/Image Sport nella foto: Daniele De Rossi

Il tecnico della Roma Daniele De Rossi ha parlato in conferenza alla vigilia di Roma-Brighton, valida per l’andata degli ottavi di Europa League in programma domani all’Olimpico alle 18.45.

Le parole di De Rossi

Cosa pensa del Brighton e delle difficoltà del match e che rapporto ha con De Zerbi?
«Ho una buon rapporto con De Zerbi, gli ho sempre detto che ammiro il suo lavoro, il gioco che crea, al Benevento, al Palermo. A volte fuori dallo spogliatoio parlavamo del suo presente e del mio futuro. Lo ammiro molto, è brillante. Ha dei buoni giocatori, sono giovani e di talento. Li rispettiamo molto, sarà una bella gara».

Due giocatori del Brighton hanno espresso timore e ammirazione alla prospettiva dell’Olimpico, può essere un’arma in più?
«Assolutamente, ma tocca a noi dare a loro una bella notte, non sono loro a dover giocare per noi, ma noi per loro. Per qualsiasi calciatore venire a giocare qui è bello, anche per gli stranieri, ma anche loro sono abituati a giocare in grandi stadi, in Premier League c’è sempre una grande atmosfera, ma qui forse ci sarà ancora più calore».

Può ripetere che partita si immagina domani, quel nono posto quanto può valere considerando la Serie A e se pensa di giocare a 3 in difesa?
«Non è facile fare un paragone su dove sono in classifica e dove sarebbero in Italia. Sono un club emergente, non ha una storia decennale. Sicuramente è stato bravo Potter all’inizio a creare qualcosa e De Zerbi sta creando un vero e proprio marchio. Dire se qui sarebbero ottavi o decimi non si sa, il quarto qui è il Bologna che ha una storia simile. Penso che sia una cosa simile. Difesa a tre o quattro? Non lo dico».

La Roma domani dev’essere più istinto o più riflessione per battere il Brighton? La Roma dovrebbe giocare più all’attacco o essere più ‘attenta’?
«Tu fai la distinzione tra istinto e ragione con fase offensiva e fase difensiva, ma si può essere istintivi e difendersi in maniera confusa, e si può essere aggressivi portandoli a difendersi nella metà campo. La Roma è una grande squadra che deve rispettare il Brighton, ma siamo la Roma. La prima cosa che dobbiamo sapere per 3-4 minuti mette il ManCity, il Liverpool nella loro metà campo, a volte prende imbarcate dal Fulham o Aston Villa. Saranno diverse partite nella partita. Dobbiamo vincere entrambe le ‘partite’, sia nella gestione di palla quando l’abbiamo noi, sia quando escono loro e ci ‘schiacciano’ per qualche minuto».

Visto l’attuale quinti posto, la questione del Ranking può essere una motivazione extra per eliminare una inglese e ne parlate di questa possibilità di accedere in Champions anche grazie al Ranking?
«Noi giochiamo per vincere sempre, magari guardiamo con occhio diverso le nostre connazionali in Europa. Il Ranking lo guardiamo il giusto, come una storiella che ci raccontano, della serie a Natale se vi comportate bene vi facciamo questo regalo. Se vince un’italiana in Europa, al di là della fede dei tifosi, può essere utile».

Sono 50 giorni della sua gestione, si aspettava qualcosa di più o di meno facendo un bilancio?
«Aspettavo tre punti in più in campionato, il progetto era quello. No, sono soddisfatto, veramente sono consapevole che non abbiamo fatto niente. Nessuno meglio di me conosce questa città. Questa città potrebbe cambiare i giudizi in un nanosecondo se le cose andassero velocemente. Si diventa velocemente bravi o scarsi in altrettanto tempo. Per quello voglio che i ragazzi restino concentrati sul lavoro. Sono contento del rapporto che ho con questi ragazzi. Il rapporto con i ragazzi c’era già, ma presentarsi in altra veste non è facile. Riguardavo l’allenamento di ieri, loro non solo l’hanno capito, ma ci stanno credendo. Non chiedo cose speciali, ma loro dimostrano che lo stanno capendo e si stanno trovando bene e questo mi rende felice oltre ai punti, che non sempre vanno di pari passo con lo sviluppo umano. Fino ad ora c’è stato tutto ma non c’è stato ancora niente, mancano due mesi di fuoco».

C’è qualche chance di vedere Karsdorp in panchina e l’alternanza tra Angeliño e Spinazzola è una cosa studiata?
«Karsdorp vediamo oggi, ha alternato giorni in cui si sentiva bene a giorni in cui si sentiva meno bene. I terzini sinistri, Spinazzola e Angeliño, sono due giocatori che mi fanno impazzire, di altissimo livello e diversi tra loro. A volte dipende dall’avversario, a volte un po’ di turnover, a volte chi mi sembra più in forma. Non ci sono strategie. Stanno bene, toccando ferro, e posso contare al 100% su entrambi».

Come anticipazioni sulla squadra sei il tecnico più ‘tirchio’ in assoluto, immagino che Bove ti piaccia ma è stato utilizzato meno, hai mai immaginato per lui un ruolo che prescinde dai ruoli fissi che hai in mezzo al campo?
«Prima di Monza leggevo che con Mourinho ha 61 minuti in media e con me 59, non ci sono grandi differenze vedo. Ho grande fiducia in lui, è stato praticamente il migliore in campo nella mia prima partita. Ora a centrocampo ci sono tre giocatori che stanno giocando molto bene, Cristante, Paredes e Pellegrini. Non lo vedo esterno sulla fascia, lì voglio giocatori più offensivi. Potrebbe essere un mediano davanti ala difesa, è tecnicamente più bravo di quello che si pensa. Sa leggere il gioco, sa correre, deve solo capire quando può giocare a un tocco o a due tocchi, ma fa parte di un processo di crescita. Dopo l’allenamento ci fermiamo a lavorare, corre e copre tantissimo campo, grande disponibilità e piedi buoni. Deve solo mettere queste qualità nella partita, è una cosa a cui arrivi col tempo. Ho smesso che ero un pensatore, ho iniziato che facevo 90 minuti box to box, spero che nessuno gli mette fretta, dal punto di vista umano è un ragazzo da far sposare alle proprie figlie. Sorride sempre, anche quando non gioca. Non potrei essere più contento di lui. Ci sta di essere la prima riserva a centrocampo nella Roma, non c’è da vergognarsi. Ha bisogno di migliorare alcune cose, ma non è che deve fare chissà che passi avanti, dà sempre il fritto quando entra e conto su di lui. Contro il Feyenoord ha giocato una grande gara».

Il Brighton non ha tanti giocatori abituati a giocare gare del genere, la Roma ne ha diversi. Tu conosci gare così, quanto pesa il fattore esperienza e si è assottigliato un po’ il gap con la Premier?
«Dovrei viverla un po’ di più la Premier per queste valutazioni. Il calcio italiano sta migliorando anche a livello tecnico. Siamo lontani in altri aspetti. Per alcuni giocatori del Brighton forse sarà la prima europea, può esserci un contraccolpo, ma lì ti aiuta il campo. Quel piccolo gap di esperienza la colmeranno con la conoscenza, noi dovremo mettere altrettante conoscenza, intensità e forza. Siamo giocatori d’esperienza, e probabilmente superiori a loro, non ci possiamo aspettare che restino impressionati dallo stadio e per inesperienza ci regalino la vittoria».

L’ultimo gol della Roma in Champions l’ha fatto lei con il Porto, ci pensa che il suo destino calcistico è incrociato con la Champions?
«Ho fatto una battuta l’altra volta, dicendo che l’ultima partita che la Roma ha giocato in Champions c’ero io e a me sembra di aver smesso da vent’anni. È inaccettabile non esserci da così tanto, a livello societario stiamo messi meglio rispetto a quando c’ero io. La Roma fa le annate che ha sempre fatto in Champions, quarti, ottavi, una volta non troppo lontano dalla finale. Il mio destino non è incrociato in tal senso. Questi giocatori possono lottare per la Champions con qualsiasi allenatore».

 

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