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Abodi: «Razzismo? Al di là delle decisioni, lo sport serve per assumerci la responsabilità di rispettare l’altro

«Quando ero presidente della Lega calcio di Serie B mi resi conto che i calciatori non conoscevano bene le regole e facemmo un progetto di studio».

Abodi: «Razzismo? Al di là delle decisioni, lo sport serve per assumerci la responsabilità di rispettare l’altro
Roma 16/12/2023 - Atreju: Festa Fratelli d’Italia / foto Image nella foto: Andrea Abodi

A minuti, entro la mattinata, dovrebbe arrivare la sentenza del Giudice Sportivo sul caso Acerbi-Juan Jesus. Il difensore dell’Inter è accusato di razzismo verso il collega del Napoli. Nel frattempo, sul tema è intervenuto il ministro dello sport Abodi:

Durante l’incontro al liceo Elsa Morante di Scampia, nel ciclo “Sky Up The Edit”, Abodi ha dichiarato:
«Al di là delle decisioni che verranno prese oggi, lo sport serve per assumerci, ognuno nel proprio ruolo, la responsabilità di rispettare l’altro. Il razzismo non è un tema solo di tifosi, ma è un tema generale, di comunità, di rispetto e umanità. Va seguito non solo rimarcando il fatto negativo ma mostrando la strada positiva. Quando ero presidente della Lega calcio di Serie B mi resi conto che i calciatori non conoscevano bene le regole del calcio e facemmo un progetto di studio.

Allo stesso modo non si conoscono regole del rispetto; se sei nel calcio professionistico devi porti il problema che i calciatori rispettino tutte le regole: c’è la campagna Uefa “respect” che adottammo ma quello che conta è promuovere e spiegare il rispetto del benessere nello stare insieme. Bisogna che tutti promuovano il rispetto, che non è scontato. Servono atleti, tecnici dirigenti, che rispettino il rispetto delle regole civili, dal razzismo ai problemi di parità di genere. Sono campi che dimostrano che dobbiamo continuare a insistere sulla formazione e il rispetto perché le degenerazioni siano eliminate».

Acerbi razzismo, per la condanna basta la presunzione di colpevolezza (Gazzetta)

Acerbi razzismo, per la condanna basta la presunzione di colpevolezza. Lo ricorda la Gazzetta dello Sport con Elisabetta Esposito.

È chiaro che una prova che accertasse la matrice razzista delle parole di Acerbi non lascerebbe alcun dubbio al Giudice sportivo, che a quel punto infliggerebbe quelle «almeno dieci» giornate di squalifica previste dall’art. 28 del Codice di Giustizia Sportiva. Ma va ricordato che in casi simili, proprio per il peso morale, sociale e politico del tema al centro della discussione, è spesso bastata la presunzione di colpevolezza per arrivare a una stangata. È vero, la possibilità che il Giudice possa virare sull’art. 39, quello sulla condotta gravemente antisportiva che prevede una sanzione più ridotta (due giornate che potrebbero arrivare a 4-5 con eventuali aggravanti), esiste, ma i precedenti – soprattutto quelli più recenti – fanno pensare a una soluzione più severa.

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