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PAGELLE – Juan Jesus è l’emblema, il simbolo del disastro familista di De Laurentiis

Coi soldi di Kim ha fatto il mercato estivo, mentre l’Inter prendeva Pavard. Tremila acquisti e Zielinski gioca ancora. Al Napoli serve un esorcista

PAGELLE – Juan Jesus è l’emblema, il simbolo del disastro familista di De Laurentiis
foto Ssc Napoli

Le pagelle di Cagliari-Napoli 1-1 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

MERET. Stavolta a provocare i dolori del giovane Meret è il fuoco amico del tragico e fantozziano Giovannino Gesù. E non solo per quel liscio da oratorio all’ultimo secondo, che fa segnare il Zito Sardo. Al 42’ il maldestro centrale ostacola il portiere pure in un’uscita. Povero Meret – 6

Povero Meret: massacrato per tutto il campionato fin qui, torna in formissima dopo l’infortunio ed è beffato dallo zero assoluto che è diventato il Napoli. Io me ne andrei – 6

MAZZOCCHI. Il citato Zito fa quello che vuole e di suo l’autoctono Pasquale assomma errori su errori. E nella pugna offensiva è inesistente o quasi – 5

Al 75′ ha la palla e l’opportunità di guadagnare un calcio d’angolo e invece fa fallo e prende punizione contro. Un genio – 5

OSTIGARD dall’85’. Il Norvegese Volante di testa è implacabile e anche con Calzona detto il Terzo continua a non essere titolare. Mah, Ilaria – 6

Ho detto che se fossi Meret me ne andrei: se fossi stata Ostigard sarei andata via già da un pezzo – senza voto

JUAN JESUS (E DE LAURENTIIS). Detto del fuoco amico contro Meret e della boiata finale, sul fronte della cronaca resta il quasi rigore ai danni di Pavoletti. Ma la colpa non è solo dello sciagurato Juan Jesus sul campo. Anzi, le responsabilità maggiori sono di chi ha consentito che ben tre allenatori lo schierassero titolare accanto a Rrahmani, quest’anno gregario spaesato e rovinoso. Ecco perché Juan Jesus è l’emblema, il simbolo del disastro familista del Duce Aurelio, che dopo il tricolore ha proclamato al popolo tripudiante: “Le Naples c’est moi”. Così il popolo continuava a fare festa e lui prendeva lo scarso e sconosciuto Natan in Brasile, quinta o sesta scelta dalla fatidica lista lasciata da Giuntoli buonanima, dopo che per giorni aveva fatto trapelare i nomi di Danso, Kilman, Le Normand, Theate. Coi soldi di Kim ha fatto l’intera campagna acquisti dell’estate, mentre l’Inter, per dire, andava a prendersi il centrale del Bayern, Pavard, e avendo già in organico Acerbi, De Vrij  e Bastoni. Infine, il Duce Aurelio si è dimostrato recidivo anche a gennaio, al punto di mandare all’aria l’affare di Nehuén Peréz per tenersi Ostigard. Solo che alla fine a giocare è sempre Juan Jesus. Per questo io me la prendo soprattutto con DeLa, il cui amore per il denaro è stato evidenziato anche da Luciano Spalletti nell’intervista alla Gazzetta dello Sport di sabato – 3 (per entrambi)

Il tuo giudizio, come il voto, non fa una piega, ma se il problema del Napoli fosse solo la difesa la vedrei più rosea di quanto non riesca invece a vederla – 3

RRAHMANI. Anche lui ha un piglio disperato da oratorio e il Var grazia lui e noi per quell’autorete di testa – 4

Il Var lo (e ci) grazia, ma il risultato è avvilente – 3

OLIVERA. L’uruguagio è l’unico a salvarsi tra i quattro partiti titolari in difesa. La sua garra è encomiabile e salvifica – 6

Fa la sua partita e a tratti anche quella dei compagni – 6

ANGUISSA. Il Napoli non riesce a giocare, soprattutto nel primo tempo, e così a intasarsi sovente è la terra di mezzo, laddove Zambo è più lotta che governo – 6

Ancora a lento rilascio: un piccolo miglioramento nella ripresa, ma il voto per me non arriva alla sufficienza – 5,5

LOBOTKA. In questa squadra imballata è costretto tante volte a rifugiarsi all’indietro, ma negli ultimi venticinque minuti, quando il Cagliari va a cercarsi il pareggio, il Caro Lobo mette in mostra un ovunquismo difensivo efficace – 6

I passaggi all’indietro, che continua a smistare, sono avvilenti (Non trovi che lui e Calzona si somiglino?) – 5,5

ZIELINSKI. Il redivivo e partente Senatore Piotr tenta raramente di illuminare la scena, in modo verticale e rapido. Ma è veramente poco – 5

Tremila acquisti e Zielinski continua ad essere considerato l’arma in canna. Non restano più santi da nominare – 5

CAJUSTE dal 79’. Forse è un giocatore su cui puntare nei tempi brevi, dieci massimo venti minuti. Perché entra e fa cose buone: un vero inedito – 6,5

Entra e fa fallo. Come sempre, ma stavolta non prende il giallo. Io ho visto questo – senza voto

RASPADORI. Calzona detto il Terzo ripropone Giacomino a destra e questi fa molto di più del Na-Politano degli ultimi tempi. L’unico tiro del Napoli nel primo tempo è il suo. Eppoi. Eppoi c’è quella pelota derubata e infine messa sulla cabeza di Victor Victoria. E senza dimenticare i suoi recuperi in difesa – 7

Una palla rapinata che gli vale da sola il voto – 6,5

LINDSTROM dal 79’. A differenza di Cajuste non combina nulla – 5

Senza voto

OSIMHEN. Maschera Nera poteva segnare di testa già un minuto prima del 65’, quando su servizio del Che Kvara, schiaccia insolitamente il pallone per terra anziché mirare alla porta. Sessanta secondi dopo, appunto, fa il gol dello zero a uno – 6,5

Il gol vale sicuramente più del grottesco doppio palo – 6

SIMEONE dall’85’. Il Cholito è un giovane riflessivo e sapiente ed è per questo che sorprende il suo egoismo al 94’ quando tira sul portiere anziché servire il liberissimo Lindstrom. E l’egoismo in un gioco di squadra ha un prezzo altissimo, se non si è fuoriclasse – 4

E’ il segnale ultra evidente che la testa dei giocatori del Napoli è ormai andata – 3

KVARATSKHELIA. Anche oggi, il Che Kvara è guardato e marcato a vista manco fosse Hannibal Lecter. Perdipiù l’unica cosa buona la combina a destra, quando – come detto – serve Osimhen che schiaccia di testa la palla per terra. Accade poi che il Terzo lo sostituisce di nuovo e mi fermo qui, Ilaria – 5,5

Se il problema è nella testa, come dice Calzona, Kvara è uno dei più involuti, ma poiché a questo Napoli servirebbe un elettroshock per riprendersi, Kvara non andrebbe mai tirato fuori finché non muore in campo – 5

POLITANO dal 72’. L’irritante supponenza di quel colpo di punta che al 93’ finisce fuori e fa svanire il raddoppio e quindi la vittoria (nonché la rincorsa Champions) è tale da meritare una punizione di quattro o cinque giornate in tribuna, giusto per fargli capire che in campo si può essere anche intelligenti e maturi e non solo distruttivamente istintivi e solipsistici – 3

In tribuna, dopo quanto visto oggi, gli farei fare anche quattro o cinque mesi. In attacco (a parte Osimhen) non ce n’è uno in grado di chiudere una partita – 3

CALZONA. All’esordio in campionato, il Terzo Napoli della stagione mi conferma la sensazione di mercoledì: di essere entrato cioè in una fase di convalescenza, grave ma pur sempre convalescenza, lasciandosi la rassegnazione mazzarriana alle spalle. Certo, il gioco latita e il triplice errore Juan Jesus-Politano-Simeone fa dire addio alla rimonta Champions, ma sullo zero a zero non me la sentivo di escludere la vittoria. Il punto è un altro: che ci sia Garcia o Mazzarri o Calzona in panca non c’è verso di rimediare all’armata Brancaleone formata dai due centrali. E’ una sorta di peccato originale insieme al rebus della terra di mezzo, laddove gli altalenanti Zambo e Zielinski sono tuttora preferibili ai disastri o alla scommesse fatte dal Duce Aurelio. Piangeva il cuore, oggi, vedere il Gaetano rossoblù e arrembante, per non parlare della belva Folorunsho in gialloblù. Questi siamo, Ilaria. E Calzona può intervenire solo parzialmente. Certo, che si affidi anche lui a Juan Jesus, ché decente nella costruzione dal basso, è colpa grave – 5

Ormai mi sembra chiaro che non basti nemmeno il terzo allenatore. A questo Napoli più che uno psicologo serve un esorcista – 3

ARBITRO PAIRETTO. Ha il merito di sottomettersi al Var e annullare l’autorete di Amir – 6

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