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Napoli, Traorè è l’alternativa naturale a Zielinski (Sky)

«Il polacco è fuori dal progetto. Cajuste si può adattare, è un giocatore che tra alti e bassi ha dato garanzie al Napoli»

Napoli, Traorè è l’alternativa naturale a Zielinski (Sky)
Db Milano 20/02/2022 - campionato di calcio serie A / Inter-Sassuolo / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Hamed Junior Traore'

Massimo Ugolini, giornalista Sky, ha dato degli aggiornamenti sul Napoli, parlando dell’esclusione di Zielinski dalla lista Champions.

«Fuori Demme, Dendoncker e Zielinski. Non ci sarà contro il Barcellona, ormai escluso dal progetto per scelta del club. Oggi poi Zielinski ha avuto un problema muscolare, verosimilmente non ci sarà neanche contro il Verona. Al suo posto dovrebbe giocare Cajuste. Ci sarà il rientro di Anguissa, in attacco di Simeone e Kvara. Per il resto si sono allenati a parte Olivera e Meret. Ci saranno Gollini e Mario Rui».

Napoli, Traorè sarà plasmato come il post Zielinski

Perché escludere Zielinski se si vuole tornare al 4-3-3?

«Perché il Napoli ha preso Traorè che potrà far a caso del Napoli. Cajuste si può adattare, è un giocatore che tra alti e bassi ha dato garanzie al Napoli. Traorè a questo punto è l’alternativa naturale a Zielinski. Questa è stata una valutazione basata su quello che poteva dare Zielinski nel futuro, quello che ha dato in questa stagione travagliata per il rinnovo».

Traorè è reduce dalla malaria e nelle ultime due stagioni ha giocato in Premier meno di 500 minuti.

L’esclusione Champions di Zielinski conferma che il Napoli è prigioniero dei rancori di De Laurentiis (Il Napolista)

di Massimiliano Gallo

Si può guidare un’azienda in base ai propri umori e rancori personali? È la domanda che sorge spontanea leggendo la lista Champions preparata dal Napoli. Che ha escluso Zielinski e Demme (entrambi in scadenza di contratto) oltre il nuovo acquisto Dendoncker che quindi è reputato superfluo persino dal club (figurarsi da noi). Il Napoli affronterà la Champions con i centrocampisti contati: tre per la precisione. Si tratta di Lobotka, Anguissa e Cajuste. Bisogna sperare che nessuno si faccia male. Ai tre potrebbero essere aggiunti Lindstrom che però non è mai stato impiegato in quel ruolo (pochissimo anche in altri, a dire il vero) e Raspadori che Garcia vedeva anche mezz’ala.

Le scelte del club confermano che il Napoli è prigioniero degli umori del suo presidente non a caso in privato definito sultano da Luciano Spalletti. De Laurentiis ormai è entrato in una dimensione da cui temiamo non uscirà più. Non è solo questione di avere una visione proprietaria del club (ne è il proprietario) ma di considerarsi il responsabile di qualsiasi settore anche quello tecnico. È il punto dolente della vicenda: De Laurentiis non tornerà più indietro. Quelle fotografie di lui a bordo campo che sovrintendeva agli allenamenti di Garcia, hanno segnato uno spartiacque.

E se quest’atteggiamento padronale piace a una fetta della tifoseria, non altrettanto può dirsi degli addetti ai lavori. È quest’atteggiamento che ha tenuto Thiago Motta lontano dal Napoli dopo un corteggiamento estivo. È quest’atteggiamento che ha indotto Antonio Conte a non cedere alle lusinghe del signor Aurelio lo scorso autunno. Nell’ambiente calcio è chiaro a tutti che venire a Napoli significa essere a completa disposizione di De Laurentiis. Subalterni a lui. E non è vero che è stato sempre così. Prima a Napoli gli allenatori godevano di tanta libertà, secondo alcuni persino troppa. De Laurentiis seguiva ma da una distanza che adesso è scomparsa. Ora la sua è una presenza fissa, incombente. E invadente.

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