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Mourinho lascia nell’armadietto di Pellegrini l’anello che gli regalò la squadra (Repubblica)

Fu il regalo per la vittoria della Conference League. Per Mourinho i calciatori hanno avallato la decisione di Friedkin di esonerarlo

Mourinho lascia nell’armadietto di Pellegrini l’anello che gli regalò la squadra (Repubblica)
AS Roma's Argentinian forward Paulo Dybala (R) jokes with AS Roma's Portuguese coach Jose Mourinho as he is being substituted during the Italian Serie A football match between AS Roma and Monza on August 30, 2022 at the Olympic stadium in Rome. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Mourinho lascia nell’armadietto di Pellegrini l’anello che gli regalò la squadra. A scriverlo è Repubblica che ricostruisce l’episodio. Mourinho, una volta esonerato, ha polemicamente lasciato nell’armadio del capitano Pellegrini l’anello che la squadra gli regalò per la vittoria in Conference League. Secondo Mourinho i giocatori avrebbero dato il loro consenso alla decisione di Friedkin di sostituirlo con De Rossi.

Ecco cosa scrive Repubblica:

La telefonata di Pellegrini a Mourinho

L’anello regalatogli dalla squadra dopo la conquista dellaConference League lasciato polemicamente nell’armadietto del capitano Lorenzo Pellegrini. E’ lo strascico polemico di Josè Mourinho dopo il suo esonero da parte della dirigenza giallorossa della Roma. Alla base del gesto del tecnico, la messa in stato di accusa non del singolo giocatore ma di tutta la squadra, rappresentata da Pellegrini in quanto capitano. Secondo Mourinho infatti, i giocatori della Roma avrebbero avallato la decisione presa dai Friedkin di sostituirlo con Daniele De Rossi.

Una tesi smentita dallo stesso Pellegrini, che una volta trovato l’anello nel suo armadietto ha telefonato al portoghese chiedendo lumi sul gesto e spiegando a sua volta che, da parte sua e dei compagni, non c’era stata nessuna fronda. Anzi, una volta appresa la notizia dell’arrivo di De Rossi, tra tutti regnava la sorpresa.

Friedkin non sopportava più Mourinho (17 gennaio, Corsport)

Friedkin non sopportava più Mourinho, rideva quando qualcuno gli parlava di rinnovo. Lo scrive il Corriere dello Sport con Roberto Maida.

Tutto è finito a Budapest

Chi pensa che Mourinho paghi i pessimi risultati della squadra, scivolata al nono posto in classifica ed eliminata dalla Coppa Italia dopo un deprimente derby, sottovaluta tremendamente i rapporti interni. La verità è che Mourinho ha perso la Roma per sempre a Budapest, dentro a una finale sfortunata e polemica, che ha provocato una reazione scomposta contro l’arbitro Taylor e una pretesa rumorosa verso i Friedkin («Merito di più, non voglio più essere lasciato solo»). Da quel momento la sequela di provocazioni estive sul mercato non soddisfacente, compresa la foto nel ritiro di Albufeira con il vuoto del centravanti assente, unita alle valutazioni severe sul valore dell’organico, ha allargato il fossato ideologico tra le parti. Il resto è stato un lungo e logorante percorso verso l’addio che si sarebbe potuto consumare anche prima: Dan Friedkin voleva cambiare tutto già dopo Genoa-Roma 4-1, a settembre, ma fu dissuaso dal mediatore più insospettabile, il direttore dimissionario Tiago Pinto, che non vedeva all’orizzonte un valido sostituto a breve termine alla quarta giornata di campionato.

La reazione di Friedkin quando gli parlavano di rinnovo

Ma se le fiamme si erano acquietate, il vulcano Friedkin non si è spento. A Trigoria raccontano che il presidente reagisse quasi ridendo a chi gli traduceva le ipotesi giornalistiche sul possibile rinnovo del contratto in scadenza. Questa eventualità, per le ragioni sopra chiarite, non è mai stata presa in considerazione.

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