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La vera eredità di Klopp sono i giovani: giocano e vincono senza paura (Guardian e Telegraph)

Il Liverpool ha vinto la Carabao Cup battendo in finale il Chelsea, con 6 giovanissimi in campo. “Questa è la vera misura del suo lavoro”

La vera eredità di Klopp sono i giovani: giocano e vincono senza paura (Guardian e Telegraph)
Mg Parigi (Francia) 28/05/2022 - finale Champions League / Liverpool-Real Madrid / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Jurgen Klopp

Il Liverpool ha vinto la Carabao Cup, battendo in finale il Chelsea. Ai supplementari, con un gol di van Dijk. E l’ha fatto con una squadra zeppa di giovanissimi. La maggior parte dei quali in Italia starebbero a “fare esperienza” in Serie C. E giustamente stamattina sia il Guardian che il Telegraph elogiano il lavoro di Klopp. Scrivono, entrambi, che la sua vera eredità è questa. Garantire il futuro.

Mai, scrive Jonathan Liew, “abbiamo dubitato davvero della squadra costruita con zucchero filato, studenti universitari di Melwood e veterani del Papa John’s Trophy. Forse, mentre Jürgen Klopp inizia il lungo viaggio verso casa, questa è la vera misura del suo lavoro: una macchina in cui vincere è così radicato che le parti stesse sono in gran parte intercambiabili, anche quando le parti che le sostituiscono sono bambini”.

Ovviamente Klopp ha fatto di necessità virtù, col turnover. “Ma riporre fiducia nei giovani non è una cosa semplice. Ci sono gradi e sfumature in questo affare. È più coraggioso concedere 10 minuti ai propri prodotti dell’Academy al termine di una partita di campionato che si sta già vincendo, o gettarli a capofitto nel pandemonio di una finale di Wembley? Ci sono un sacco di allenatori là fuori che nascondono i loro migliori giovani talenti, li allevano con pochi minuti a bassa intensità, li preparano a fallire. Klopp, al contrario, non li porta semplicemente con sé. Lancia loro le chiavi”.

“È così che ti ritrovi con Bradley, un terzino destro di 20 anni con 302 minuti di calcio di Premier League al suo attivo, che interpreta il ruolo di Salah in una finale di coppa”. Oppure con il ​​19enne McConnell, e l’attaccante 18enne Jayden Danns, e ancora il 21enne difensore centrale Jarell Quansah. In tutto “sei giocatori dell’Academy. Sei giocatori nati dopo l’uscita di Destination Calabria nel 2003, la canzone che si diffondeva a Wembley mentre il trofeo veniva issato”.

Il Guardian sottolinea “la cultura che permette loro di giocare senza paura, l’audacia pura di regalare loro il grande palco e la convinzione di riempirlo: forse questo è il vero lascito di Klopp. Da quando ha annunciato la sua partenza un mese fa, gran parte del discorso si è naturalmente incentrato su ricordi ed eredità. Ma qui, sotto le scintillanti luci di Wembley, c’era un promemoria che ogni fine è l’inizio di qualcos’altro”.

Questa – scrive in fotocopia Jason Burt sul Telegraph – “è l’eredità di Klopp in quella che sarà, ovviamente, la sua ultima stagione. Non una decima Coppa di Lega, per quanto gradita, nemmeno mantenendo vivo il sogno della quadrupla. No, è ciò che ha fatto riportando in vita la fede, lo spirito, la sfida, l’identità. Questa è Liverpool. Questo è ciò che significa”.

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