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Il Napoli all’estero (in Spagna ma non solo) è ancora considerato “debole, piccolo, indifeso”

Giornali italiani e spagnoli hanno visto due partite diverse. Per loro, è un oltraggio aver pareggiato con noi, ci considerano rientrati nei ranghi

Il Napoli all’estero (in Spagna ma non solo) è ancora considerato “debole, piccolo, indifeso”
Db Napoli 21/02/2024 - Champions League / Napoli-Barcellona / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Khvicha Kvaratskhelia

Che partita abbiamo visto. Noi e loro. Tra Napoli e Barcellona c’è in mezzo uno specchio che deforma quel pareggio, riflette una distorsione. In Italia il Napoli è valutato col metro accondiscendente della ripresa apparente. Si contano, centellinandoli, i segnali incoraggianti. Come si fa coi malati in convalescenza. Persino la fortuna che gira è considerata, per l’appunto un turning point. In Spagna il Napoli percepito è invece un disastro, per non dire altro. E per contrapposizione il Barcellona che non è riuscito a batterlo è pure peggio. E’ un po’ la vecchia storia dell’uovo e della gallina, non si capisce bene se in Catalogna fa più ribrezzo il Napoli o l’impotente squadra incapace di prenderlo a pallate.

I giornali spagnoli ci vanno giù pesantissimi. Per chiarire, il tenore dei commenti è questo: Il Napoli sembrava una bambola di pezza in balia del Barcellona. Il Barça – o qualunque altra squadra – non troverà mai un rivale così debole, così indifeso, così simile a niente. Come un animale ferito in cerca di una carezza, era commovente vedere gli italiani vagare senza meta. Il Barça si è lasciato raggiungere dal rivale più piccolo e indifeso della competizione”(Abc).

“L’avversario europeo è sembrato più caotico, più inconsistente, più vulnerabile e più innocuo“ (La Vanguardia)

“Il Barça non dovrebbe soffrire al ritorno. È di gran lunga superiore alla squadra vista ieri. Per qualità, gioco e rosa la sfida sembra blaugrana” (Mundo Deportivo)

Dobbiamo continuare?

La rassegna stampa, insomma, racconta due vicende diverse, quasi opposte. La lettura dei giornali è fisiologicamente parziale, centrata sui rispettivi bacini d’utenza, ma c’è una difformità di giudizio quasi straniante. Che riguarda il Napoli, soprattutto. E il nostro rapporto – persino intimo – con l’autocritica e la disponibilità ad accettare i rinfacci altrui. Qual è la realtà? La squadra che intravede in fondo al tunnel una luce a forma di Calzona, o quella creatura fragile e impaurita che ci trasmettono i giornali spagnoli?

L’Europa in fondo serve anche a questo, a confrontarci con una realtà più grande, anche più cruda, della nostra provincia. E’ il gioco della parti, in questo caso in un contesto di simil-disperazione che se vale per il Napoli, vale poi al raddoppio per il Barcellona. C’è crisi e crisi, vanno ponderate. I giornali spagnoli azzannano il Barca perché non c’è verso – proprio non ce la fanno – ad abituarsi ad uno status minore. C’è un orgoglio quasi patologico, una tigna, nel reagire con rabbia alle difficoltà. Da queste parti invece facciamo i conti con l’autocommiserazione. Con una morbidezza di fondo che tradisce un non-detto: l’anno scorso è stato un caso, siamo tornati nei ranghi. Ed è naturale così. Lo scriveva So Foot prima della partita col Barcellona: “che ingenui i napoletani a pensare di poter vincere ancora”. All’estero la percezione del Napoli è questa, altro che Mondiale per club.

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