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Garbisi: «Non so come l’ovale sia caduto dal supporto» (Gazzetta)

Il rugbista parla del suo errore: «Le cose importanti, nella vita, sono altre. Ma tanto peggio, nello sport, non sarebbe potuta andare»

Garbisi: «Non so come l’ovale sia caduto dal supporto» (Gazzetta)
Italy's fly-half Paolo Garbisi misses a conversion during the Six Nations rugby union international match between France and Italy at Stade Pierre Mauroy in Villeneuve-d'Ascq, near Lille, northern France, on February 25, 2024. (Photo by Denis Charlet / AFP)

Intervista della Gazzetta dello Sport a Paolo Garbisi, rugbista azzurro, che continua a darsi le colpe per il tiro sbagliato contro la Francia che ha impedito la vittoria dell’Italia.

Paolo, molti hanno apprezzato il sorriso ricco di significati con cui ha subito risposto alla beffa.
«È stato spontaneo, ma non so se fosse un sinonimo di serenità interiore. In quei momenti non ti rendi conto. Non mi è parso possibile, non volevo crederci».

Adesso ha metabolizzato?
«Sì e fatico ad accettare. Le cose importanti, nella vita, sono altre. Ma tanto peggio, nello sport, non sarebbe potuta andare».

Riesce a rivivere il momento?
«Non so come l’ovale sia caduto dal supporto: l’avrò appoggiato male, forse era un po’ scivoloso. Tra la rifinitura della vigilia e il riscaldamento pre partita ho provato una cinquantina di calci e il pallone non s’è mai spostato… Avendo pochi secondi a disposizione, ho pensato al drop, ma ho subito scartato l’ipotesi. L’ho riposizionato e, a quel punto di fretta, ho calciato. Male».

Mai successa una cosa simile?
«Identica nella prima stagione a Montpellier, nell’inverno 2022, in una partita a Brive, durante il periodo del Sei Nazioni. Siamo sotto 16-11, all’80’ segniamo una meta e pareggiamo. Mi spetta la trasformazione. L’angolazione, rispetto a Lille, è più accentuata, la distanza simile. Calcio e… palo, sempre quello alla mia destra. Finisce 16-16».

Garbisi: «Dobbiamo migliorare l’atteggiamento»

Torniamo alla Nazionale: cosa resta dopo domenica?
«La prestazione è stata positiva: meritavamo un finale diverso. Quanto mi sarebbe piaciuto regalare a tutti una gran gioia. Dobbiamo rimanere con i piedi per terra e continuare a lavorare come matti: ora però siamo convinti di quel che siamo in grado di fare. Non abbiamo più alibi».

L’aspetto da migliorare?
«A parte i calci dell’apertura allo scadere? L’atteggiamento nella prima parte dei match. Anche nel primo tempo contro l’Inghilterra, pur avanti all’intervallo, abbiamo sofferto. Subiamo troppo. Con la Francia abbiamo ben difeso, ma avendo pochi palloni a disposizione e quei pochi sono stati sciupati. Poi il rosso a Danty ci ha aiutati. Doveva essere il giorno giusto per il colpaccio».

I media transalpini non l’hanno presa benissimo.
«Conosco l’ambiente: in tanti mi hanno detto che avremmo meritato di vincere e che per i Bleus sarebbe stato meglio perdere così da cambiare tutto. Ma le grandi squadre hanno momenti bui. E la Francia è una grande squadra».

 

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