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Razzismo, l’Udinese: “Il colpevole bandito dallo stadio a tempo indeterminato”

Oltre al Daspo, la Procura di Udine ha aperto un procedimento penale per il reato di incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali

Razzismo, l’Udinese: “Il colpevole bandito dallo stadio a tempo indeterminato”
Mg Napoli 18/04/2023 - Champions League / Napoli-Milan / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Mike Peterson Maignan

Nuovi sviluppi sul caso di razzismo che ha coinvolto Maignan, portiere del Milan, durante la partita contro l’Udinese. Il club friulano, dopo aver individuato il primo responsabile, ha comunicato di aver messo al bando dallo stadio il colpevole a tempo indeterminato. Lo stesso ha subito poi il provvedimento di Daspo della durata di cinque anni.

Udinese Calcio comunica, a valle dell’individuazione del primo responsabile dei deplorevoli insulti razzisti a Maignan, che il soggetto in questione sarà, a tempo indeterminato, bandito dal nostro stadio con effetto immediato“.

Inoltre la Procura di Udine ha aperto un procedimento penale a carico della persona individuata e l’ha denunciata per il reato di incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (604 bis).

A renderlo noto è il Procuratore, Massimo Lia, in un comunicato. Le indagini continuano per verificare nel dettaglio la dinamica di quanto accaduto, se vi sono altre persone responsabili e il ruolo avuto dalla persona denunciata.

Come ricorda Calcio & Finanza, si tratta di un uomo di 46 anni della provincia di Udine, già conosciuto dalle forze dell’ordine. Nei suoi confronti il questore Alfredo D’Agostino ha emesso un Daspo della durata di cinque anni. L’uomo è stato anche denunciato in stato di libertà.

Maignan, una partita a porte chiuse all’Udinese: «Il pubblico non s’è dissociato dai razzisti»

Il Giudice Sportivo chiude lo stadio di Udine per un turno di campionato, dopo gli insulti razzisti a Maignan. L’Udinese giocherà la prossimo partita casalinga, sabato 3 febbraio contro il Monza, a porte chiuse.

Il Giudice Sportivo ha fatto riferimento al referto arbitrale e al rapporto dei collaboratori della Procura Federale, “in ordine alle manifestazioni di discriminazione razziale che hanno interessato in più occasioni, durante la gara” il portiere del Milan.

Questo, spiega il Giudice, ha portato “all’effettuazione di n. 2 annunci con altoparlante, nonché a una prima interruzione del gioco per circa 1 minuto”, poi “ad una sospensione della gara per circa 5 minuti”. Quindi, “ritenuta la obiettiva gravità dei fatti descritti e riportati” e il fatto che “non sono state riportate, durante e dopo i fatti, e nonostante i 2 annunci al pubblico, chiare manifestazioni di dissociazione da tali intollerabili comportamenti da parte dei restanti sostenitori”.

Rilevato, però, “il comportamento attivo della Società Udinese, e la disponibilità manifestata fin da subito a collaborare per l’individuazione dei responsabili, fanno sì che per un evento di tale portata e gravità possa applicarsi la sanzione minima”. Per cui il Giudice Sportivo “delibera di sanzionare la Soc. Udinese con l’obbligo di disputare una gara a porte chiuse”.

 

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