Pizzul: «Riva era l’uomo dei “no”. Lo ha detto anche all’ultimo atto della sua esistenza»

Ad Avvenire: «Ebbe il coraggio di rinunciare ai miliardi dell’Avvocato e disse no alla Juventus. Mi viene da pensare che abbia detto "no" anche all'operazione»

Gigi Riva

Bildnummer: 01648775 Datum: 23.06.1974 Copyright: imago/Colorsport Luigi Riva (Italien) - PUBLICATIONxINxGERxSUIxAUTxHUNxUSAxONLY; Vdia, hoch, Hymne, Nationalhymne Weltmeisterschaft 1974, Nationalmannschaft, Nationalteam, Nationaltrikot, L‰nderspiel, Gruppe 4 Stuttgart Fuflball WM Herren Mannschaft Portr‰t Randmotiv Personen

Addio a Gigi Riva. Il quotidiano Avvenire intervista lo storico telecronista Bruno Pizzul per dire addio a Rombo di Tuono.

Il Campione che ha scelto “una vita una maglia”, quella del Cagliari…
«La storia e non solo quella del calcio, lo ricorderà come “l’uomo del No”. Ebbe il coraggio di rinunciare ai miliardi dell’Avvocato e disse no alla Juventus, e non solo. E anche all’ultimo atto della sua esistenza mi viene da pensare che abbia detto “No”: no, quell’operazione non la faccio. Gigi è sempre andato in direzione ostinata e contraria, fedele a quei principi famigliari che gli erano rimasti impressi, nonostante la perdita troppo precoce di entrambi i genitori».

Chi era Gigi Riva

«Gigi è stato uno che si esprimeva con i suoi silenzi. Un uomo di poche parole, ma che aveva una capacità, un talento da fuoriclasse anche in questo: il sapere ascoltare le ragioni degli altri. Mi ha sempre affascinato questo suo darsi generosamente alle persone del popolo mettendole a loro agio. Ai tifosi che volevano salutarlo o gli chiedevano un autografo, lui rispondeva sempre con un sorriso, magari stiracchiato, ma sincero e con uno sguardo affettuoso per l’affetto che riceveva dalla sua gente».

Il ricordo di Pizzul:
«Quando divenne accompagnatore della Nazionale posso assicurare che ha fatto cose altrettanto grandi rispetto a quelle che avevamo visto fargli in campo. Gigi intuiva sempre prima se qualcuno dei ragazzi della Nazionale fosse in difficoltà. Allora l’ho visto consolare, parlare da padre e amico con Roberto Baggio o con quel calciatore che in quel preciso momento lui sapeva che aveva bisogno del suo conforto».

Riva era anche un fine giocatore di carte:
«Con Gianni Mura, d’origine sarda anche lui, l’abbiamo sfidato varie volte a briscola e tressette. Gigi amava il gioco e la passione per le carte, come per il calcio, era il modo per restare dentro un eterno ragazzo. Ricordo partite spensierate fra di noi nei ritiri della Nazionale ma anche quando scendevo per la Rai a fare le telecronache del Cagliari».

Correlate