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Nino La Rocca: «A Genova invidiavo Vialli e Mancini in piedi fino alle 5 a bere e fumare» (Corsera)

«Quando Minà mi presentò Muhammad Ali, lui si mise in guardia e io caddi in ginocchio come di fronte a Dio. Per soggezione ma anche paura»

Nino La Rocca: «A Genova invidiavo Vialli e Mancini in piedi fino alle 5 a bere e fumare» (Corsera)
Nino La Rocca intervista qualche anno fa a Rete8

Cheick Tidjani Sidibé,  alias Nino La Rocca, si racconta sulle pagine del Corriere della Sera dalla periferie sud di Roma. Oggi ha 64 anni e una carriera nella boxe italiana alle spalle in cui ha disputato 80 incontri con 74 vittorie.

Dopo un’infanzia difficile tra il Marocco e la Francia arriva in Italia e comincia a combattere e sopratutto a vincere entusiasmando i tifosi di boxe per il suo modo di stare sul ring. Vinceva e guadagnava: «Credo di aver accumulato oltre due miliardi. Ma ero un bischero ingenuo».

La Rocca e le donne

La sua vita, al di fuori del ring non era quella di un atleta modello

«Non ero considerato un atleta modello: ballavo con Raffaella Carrà, ero ospite fisso da Minà e Maurizio Costanzo con Andreotti e De Michelis e alle feste con Franco Califano».

Poi le donne.

«A una trasmissione di Alberto Bevilacqua incontrai Manuela Falorni (attrice porno, nota come Venere Bianca, ndr). Uscimmo assieme la sera stessa, poi scappai dalla palestra: ci sposammo a Montecatini, venne anche Walter Chiari. L’anno dopo nacque Antonio. Spesi mezzo miliardo per costruire la nostra villa in collina: Manuela e sua madre mi buttarono fuori dopo un mese».

Pane per le cronache rosa.

«E per quelle sportive. Il modello era Patrizio Oliva, meno popolare e forte di me ma uomo di famiglia esemplare che dopo gli allenamenti torna sempre a casa dai suoi. Io che non avevo nessuno in ritiro impazzivo».

E quindi scappava.

«Scappavo e spendevo. A Genova vivevo a Bogliasco, con i giocatori della Sampdoria: invidiavo Mancini e Vialli in piedi fino a notte fonda a bere e fumare. Mi svegliavo alle 5 per allenarmi, non avrei potuto reggere la loro vita. Ma non resistevo alle donne».

L’incontro con Muhammad Ali

Considerato il Muhammad Ali italiano lo ha realmente conosciuto

«Quarant’anni fa a Milano durante una trasmissione tv. Arriva Gianni Minà e dice: “Nino, ti presento il mio amico Muhammad Ali”. E lui, come facciamo sempre noi ex pugili, si mette in guardia e mima il gesto di tirarmi un cazzotto».

E lei?

«Io cado in ginocchio come di fronte a Dio. Per soggezione ma anche paura: ha presente il destro di Ali?»

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