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Il finto stupore per le parole di Osimhen, nessun tifoso aveva pensato che fosse un vero rinnovo

Sono i media (non tutti) che continuano a trattare i tifosi come fossero idioti. Il rinnovo è stata un’operazione intelligente a tutela del Napoli, perché non dirlo?

Il finto stupore per le parole di Osimhen, nessun tifoso aveva pensato che fosse un vero rinnovo
Ci Napoli 19/12/2023 - Coppa Italia / Napoli-Frosinone / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: delusione Victor Osimhen

Il finto stupore per Osimhen, nessun tifoso aveva pensato che fosse un vero rinnovo

Il calcio in Italia, nella sua rappresentazione mediatica, è un mix tra commedia degli equivoci e commedia dell’assurdo. È raro ascoltare qualche descrizione della realtà che non contenga tracce o vagonate di ipocrisia, di tentativi di indorare la pillola della realtà. Il motivo non lo conosciamo. Forse per ingraziarsi i protagonisti, che di volta in volta sono i club, gli allenatori, i calciatori, o forse perché da noi resiste la convinzione che a seguire il calcio siano soprattutto incolti, gente rozza, dal quoziente intellettivo di meno trenta. O forse perché, come dicevano le nonne, certe cose è meglio tenerle per sé: pare brutto.

E così accade che un fatto come il recente rinnovo di Osimhen col Napoli, firmato in extremis prima che decadesse il decreto crescita, venga analizzato in maniera antitetica da qualche media e dalla stragrande maggioranza dei tifosi. Qualche media ha provato a raccontare la favola che fosse un vero e proprio rinnovo, che equivalesse alla permanenza a Napoli del nigeriano. Tra i tifosi non ci ha creduto quasi nessuno. Per non dire nessuno. Rinnovo con adeguamento di stipendio retroattivo. È un’operazione, legittima, sacrosanta e oseremmo dire doverosa, che tutela il Napoli nel prossimo mercato. Osimhen andrà via al prezzo della clausola – di circa 120 milioni – e De Laurentiis non perderà soldi importanti come avvenuto nel caso di Zielinski e di tanti altri in passato.

Non solo è talmente evidente ma in fin dei conti nessuno ha battuto ciglio. Che il calcio sia un’industria e che i club siano aziende ormai lo hanno interiorizzato pure coloro che questa visione la detestano e la criticano. Andrebbero fatti i complimenti al Napoli perché, sia pure in extremis, ha posto rimedio a un’estate sciagurata trascorsa assieme al procuratore di Victor mentre nessuno pensava realmente al mercato del Napoli e infatti le conseguenze si sono viste. Perché non raccontare la realtà per quella che è? Non si capisce. Senza dimenticare che in caso di permanenza, il Napoli dovrebbe versare al nigeriano dieci milioni netti l’anno. È superfluo aggiungere altro.

Nessuno si è stupito per le dichiarazioni dell’agente di Kvaratskhelia che saranno state prive di bon ton ma che equivalevano a verità. L’unico dubbio è se Victor andrà effettivamente in Arabia Saudita o in Premier. Ma che se ne andrà, è chiaro a tutti. ben prima che lo facesse capire lui nell’intervista alla Cbs. Motivo per cui a Napoli non c’è stata alcuna crisi ieri dopo l’intervista del nigeriano. È stata la scoperta dell’acqua calda. Ma è dura convincere alcuni giornalisti che essere tifosi non equivale proprio a essere deficienti.

Le parole di Osimhen alla Cbs

Victor Osimhen, attaccante della nazionale nigeriana e del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Cbs sul suo futuro. Al momento, il calciatore è impegnato con la sua nazionale in Coppa d’Africa.

«Ho già deciso quale sarà il prossimo passo da fare a fine stagione. Ho già deciso. Ho già il mio piano, so cosa voglio fare, so quale sarà il mio prossimo passo».

Osimhen ha parlato ovviamente delle insistenti voci di mercato che lo associano alla Premier League:

«Penso che il 60% delle voci di mercato su di me sono legate alla Premier League. Chiaro che è uno dei campionati più grandi del mondo. Per adesso voglio finire bene la stagione con il Napoli e poi darò seguito alla decisione che ho già preso».

Osimhen ricorda l’influenza di Drogba sulla sua carriera fin da giovane:

«Non posso mentire, venivo da un ambiente molto povero, non potevo permettermi Internet. Poi ho preso il telefono per andare su YouTube e guardarne alcune leggende del calcio. Senza Drogba non credo che sarei arrivato dove sono oggi e nemmeno sarei diventato il tipo di giocatore che sono oggi».

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