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Napoli, scudetto indimenticabile ma sta diventando indimenticabile anche questa stagione (Condò)

Su Repubblica: Kvaratskhelia non l’ha mai vista, e Mourinho ha avuto buon gioco nel far sparire tutti gli ammoniti con due giri di sostituzioni

Napoli, scudetto indimenticabile ma sta diventando indimenticabile anche questa stagione (Condò)
As Roma 23/12/2023 - campionato di calcio serie A / Roma-Napoli / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Andrea Belotti-Andre’ Zambo Anguissa

Napoli, scudetto indimenticabile ma sta diventando indimenticabile anche questa stagione. Lo scrive Paolo Condò nella sua analisi su Repubblica.

Roma-Napoli è stato un heavy metal duro e persino violento, un film di Sollima se avete visto Adagio. La Roma più propositiva di quelle senza Dybala, un Napoli imperdonabilmente ingenuo.

Quando Politano si è fatto buttar fuori, e la gara si è squilibrata, ogni pallone andava dato a Kvara per forzare il secondo giallo di uno dei tanti avversari ammoniti.

Beh, il georgiano non l’ha mai vista, e Mourinho ha avuto buon gioco nel farli sparire tutti con due giri di sostituzioni. La Roma risale, il Napoli sprofonda. Lo scudetto resta indimenticabile, ma sta diventando indimenticabile anche questa stagione.

L’ANALISI DEL NAPOLISTA: IL NAPOLI È ALLA DERIVA, CRONACA DI UN DISASTRO STROMBAZZATO

Il Napoli è alla deriva: cronaca di un disastro annunciato (anzi strombazzato). E non ci riferiamo soltanto alla partita di questa sera, col Napoli che è stato sconfitto 2-0 dalla Roma di Mourinho. Sesta sconfitta in campionato, la terza di Mazzarri che ha perso cinque partite su otto: Real Madrid, Inter, Juventus, Frosinone, Roma. Ma questa è solo la cronaca che completiamo con la classifica: il Napoli è settimo con 27 punti, a quattro dal Bologna quarto e dietro Fiorentina e Roma. Il Napoli ha finito in nove per le espulsioni di Politano e Osimhen (eccessivo il secondo giallo a Osimhen). È paradossale visto che la Roma ha menato per gran parte del match.

Ma il punto è un altro: il disastro del Napoli di De Laurentiis è stato annunciato in pompa magna sin dal giorno dello scudetto. Quando il presidentissimo si è convinto che fosse stato effettivamente tutto e solo merito suo e che quindi avrebbe potuto replicare senza alcun aiuto. Ormai lo hanno capito tutti in Italia. Solo a Napoli resistono. Ed è assurdo: per anni la città ha odiato De Laurentiis, quando invece era un presidente eccellente. Quando invece è cominciato il suo declino, hanno iniziato a trattarlo come un semidio infallibile. Una delle tante follie di questa città che vive con regole tutte sue.

Quando lo abbiamo visto in estate passeggiare a petto in fuori a Dimaro, tutto pacioso a prendersi gli osanna dei tifosi, abbiamo capito che un lungo inverno sarebbe stato lì ad attenderci.

Il Napoli semplicemente non esiste più. È incredibile come una società snella ma maledettamente efficiente e sempre con i piedi per terra, si sia trasformata in una barzelletta. Con un presidente che ordina come giocare, che sovrintende agli allenamenti. Ci è sembrato di sognare, invece era tutto vero.

Il disastro della gestione di Mazzarri almeno un merito ce l’ha: rivalutare il lavoro di Garcia che i suoi errori li ha commessi ma cui va riconosciuto un merito: ha provato in tutti i modi a far capire all’ambiente che il Napoli dello scudetto non sarebbe tornato più. È stato profondamente avversato per questo e poi esonerato a furor di popolo. La scelta di Mazzarri è stata tra il grottesco e il disastroso. Al confronto della gestione di Mazzarri, quella di Garcia è più che sufficiente. In quella occasione abbiamo scritto che era nata laRepubblica di Salò. Siamo stati facili profeti. Ci asteniamo dal ricordare che cosa accadde dopo la Repubblica di Salò in un anonimo piazzale milanese. Il paragone è metaforico, sia chiaro.

Il Napoli è alla deriva. Rischia seriamente di restare fuori dalla prossima Champions e soprattutto non si vede alcun ravvedimento da parte di De Laurentiis sempre più solo al comando e sempre più intoccabile in città. Almeno fino a stasera.

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