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Il Napoli esce a pezzi, non si può reagire con il dilettantismo di Politano a un fallo tattico (Barbano)

Il suo non è un errore ma l’autobiografia di un’implosione, una di quelle rotture alchemiche che a Napoli aprono crisi drammatiche

Il Napoli esce a pezzi, non si può reagire con il dilettantismo di Politano a un fallo tattico (Barbano)
As Roma 23/12/2023 - campionato di calcio serie A / Roma-Napoli / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: espulsione Matteo Politano

Il Napoli esce a pezzi, non si può reagire con il dilettantismo di Politano a un fallo tattico. Lo scrive Alessandro Barbano condirettore del Corriere dello Sport a commento di Roma-Napoli 2-0.

E il Napoli esce a pezzi. Nella testa prima che nelle gambe. Perché si può anche fare il 68 per cento di possesso palla senza mai tirare in porta. Con la Roma ci sta. Si può palleggiare ora a destra ora a sinistra, andando avanti e indietro senza pungere, come in un ballo di dervisci. Si può mostrare un appesantimento del corpo, un ritardo nei contrasti, una malavoglia nei recuperi, tipici di una squadra che psicologicamente ha già rinunciato a volere di più. Si può perfino incaponirsi e andare inutilmente al tiro, senza avere la posizione né la condizione giuste, anziché cercare Osimhen libero al centro dell’area. Ma non si può reagire con il dilettantismo di Politano a un fallo tattico. Il suo non è l’errore di un singolo fuori controllo – peraltro commesso dopo una partita tutt’altro che negativa – ma l’autobiografia di un’implosione, una di quelle rotture alchemiche che a Napoli aprono crisi drammatiche, dimostrando quanto fragili siano da queste parti gli equilibri nelle relazioni umane.

IL NAPOLI È UNA SQUADRA ABBANDONATA DAL GIORNO DELLO SCUDETTO (CORBO)

Il Napoli è una squadra straziata, abbandonata al suo destino dal giorno dello scudetto. Lo scrive Antonio Corbo per l’edizione napoletana di Repubblica.

Si va avanti ad annunci, a illazioni di mercato per riparare non si sa come e con quali esperti operatori una squadra certamente sbagliata, straziata, abbandonata al suo destino dal giorno dello scudetto.

La Roma ha il merito di vincerla come altrimenti con saprebbe. Il Napoli la perde come chi si è ormai piegato in un declino irreversibile. 

Sono ormai classiche le sfide con le squadre di Mourinho. Tra la sceneggiata e l’horror. Tra la furbizia e l’incompetenza. Più calci che calcio. Più belle da aspettare che da vivere, si risolvono nel ruvido nulla di scontri e inganni, ci casca anche il Napoli che per i primi venti minuti tradisce il disagio di chi si sente in campo per caso, con gli esterni romanisti Kristensen e Zalewski che dominano in agilità, peccato che alla evidente freschezza aggiungano un superfluo e mai contrastato tasso di livore, facendo temere che i duelli possano degenerare in bullismo.

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