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Allegri: «Un onore che Ancelotti mi abbia affiancato a lui e Mourinho. Nessuno ha la verità sul calcio»

In conferenza: «Siamo diventati una squadra ma l’Inter ha come obiettivo lo scudetto, vogliono la seconda stella come ha detto Zhang»

Allegri: «Un onore che Ancelotti mi abbia affiancato a lui e Mourinho. Nessuno ha la verità sul calcio»
Juventus' Italian coach Massimiliano Allegri is pictured before the Italian Serie A football match between Juventus and Napoli, at The Allianz Stadium, in Turin on December 8, 2023. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

La Juventus torna a giocare in campionato ancora una volta prima dell’Inter. Domani sera la squadra Massimiliano Allegri  sarà ospite al Marassi di Genova contro il Genoa. Il tecnico ha presentato la sfida nella conferenza stampa di oggi. Le sue parole riportate da Tmw.

Che tipo di atteggiamento si aspetta dalla squadra?
«Bisogna essere coscienti di che partita andremo ad affrontare visto che il Genoa in casa ha numeri importanti. Gilardino sta facendo un ottimo lavoro, troveremo anche tre ragazzi contro che sono cresciuti nella Juve come Dragusin, De Winter e Vogliacco. Sarà una partita diversa dalle precedenti».

Allegri su Rabiot:
«L’obiettivo personale non conta niente, l’importante è l’obiettivo della squadra. Dopo queste quattro partite faremo delle valutazioni sui punti del girone d’andata. Rabiot sta bene, abbiamo deciso di fermare Kean per quel problema alla tibia che abbiamo portato avanti. Lui è stato bravo ad allenarsi e soffrire, ma ora è arrivato il momento di fermarlo per 3-4 settimane per risolvere. Non c’è De Sciglio che l’anno prossimo sarà vicino al rientro, torna Weah».

Vede Chiellini dirigente e Bonucci allenatore?
«Giorgio credo che da ragazzo intelligente qual è, ci siamo sentiti dopo l’addio al calcio, ha fatto una carriera straordinaria, ora ha ha finito un pezzo della sua vita e dovrà decidere cosa fare in futuro. Dovrà rimettersi in discussione ma ha tutte le caratteristiche per ricoprire diversi ruoli. Leo non lo so, credo sia nella sua intenzione fare l’allenatore e gli auguro il meglio quando smetterà di giocare. Magari avrà le qualità e le possibilità di farlo. Quando i giocatori smettono, iniziano una nuova vita e i mestieri sono completamente diversi, non è equazione matematica».

Allegri immaginava questa situazione di classifica all’inizio del campionato?
«Quest’estate era difficile immaginare una classifica del genere però la Juventus è partita consapevole dei propri limiti lavorando molto sul costruire una squadra. Lo siamo diventati ma manca ancora molto e mancano 4 partite alla fine del girone di andata. Io credo che bisogna andare con i piedi per terra e avere equilibrio perché nel calcio il risultato che va male cambia la visione del futuro e a noi non deve succedere perché comunque anche quei momenti vanno gestiti. Sarebbe bello non averli e bisogna fare di tutto per non averli. Bisogna pensare a domani che sarà uno scoglio molto grosso e importante da superare, cercheremo di fare più punti possibili da qui al girone di andata che sicuramente ci consentirebbe di vedere le cose in modo diverso. Soprattutto per uno dei primi quattro posti perché questo fa parte del nostro percorso».

Cosa manca per contrastare l’Inter?
«Sappiamo che l’Inter è la favorita, è una squadra che è stata costruita per vincere il campionato. L’ha detto anche il presidente Zhang che l’obiettivo è la seconda stella. Noi abbiamo iniziato un percorso quest’anno, ci sono giocatori che stanno facendo bene e sono molto contento, ma noi dobbiamo lavorare per migliorarci senza accontentarci. Il campionato è un percorso da giocare con serenità ed equilibrio perché poi ci sono da gestire anche dei momenti in cui vengono le cose difficili, noi dobbiamo pensare a noi stessi e continuare a lavorare e soprattutto non accontentarci».

La trasferta col Genoa la più insidiosa? L’1-0 è il tuo risultato perfetto?
«No il risultato perfetto sarebbe 3-0 così si soffre di meno, poi va bene anche 1-0. In casa del Genoa si è sempre fatto fatica, mi ricordo una volta che dopo 20 minuti neanche ci eravamo messi in campo ed eravamo sotto 3-0. Dobbiamo metterci al loro ritmo e poi mettere in campo le nostre qualità».

Allegri si sente in lotta con la nuova generazione di allenatori?
«Il fatto che Ancelotti mi abbia messo insieme a lui e Mourinho è un onore. Carlo è il più vincente del mondo e Mourinho nonostante le critiche è al quarto posto con la Roma adesso. Ci sono tanti allenatori giovani bravi che devono per forza fare carriera, noi cerchiamo di difenderci bene indipendentemente da come si interpreta il proprio lavoro. Ho sempre sentito dire da quelli che hanno più esperienza che non c’è un metodo vincente, nessuno può avere la verità sul calcio perché ci sono troppe variabili».

Essere davanti all’Inter può essere un vantaggio? Può esserci più spazio per Yildiz?
«Il fatto che Kean sia fermo per un mese dà spazio a Yildiiz che sta crescendo come gli altri ragazzi. Turno di vantaggio? Non c’è vantaggio, non c’è partita più facile o più difficile, son tutte complicate. Vincere le partite non è semplice, noi dobbiamo fare punti per stare lontani dal quinto posto e rimanere in quella posizione».

Allegri su Chiesa e Vlahovic:
«Sono molto contento degli attaccanti. Le ultime tre partite, soprattutto Dusan, ha fatto buone gare tecnicamente anche se non ha fatto gol e ha sbagliato un rigore a Monza. È anche in una buona condizione fisica e mentale. All’inizio insieme a Chiesa ha fatto tanti gol, domani magari potrebbe sbloccarsi. Ora i gol li hanno fatti i centrocampisti e i difensori. L’importante è che gli attaccanti diano questa pressione che ci aiuta a difendere meglio».

Su Miretti e poi la quota scudetto e Champions:
«Quota scudetto a 90-92 punti, Champions a 72. Su Miretti son state scelte tecniche, sta bene fisicamente ed è un giocatore importante per noi».

Allegri sorpreso della squadra?
«Sorpreso no, ero incuriosito e lo sono ora da cosa potevamo e potremo fare. Questi punti non bastano a niente, dobbiamo farne il più possibile. La caratteristica migliore è che i ragazzi sono diventati squadra, non c’è nessuna primadonna che mette gli obiettivi personali davanti a quelli di squadra».

In caso di vittoria scudetto sarà addio alla Juve?
«Innanzitutto non sono stanco, non ho fatto il dirigente perché la Juve ha avuto e ha ottimi dirigenti. Per ottenere i risultati serve un’ottima società e questo non è mai mancato nei cento anni di proprietà Agnelli. Noi abbiamo fatto un percorso di crescita e dobbiamo continuare a migliorare con l’obiettivo principale che è quello di tornare a giocare la Champions. Obiettivo che non abbiamo mancato l’anno scorso».

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