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Sinner fa venire in mente Breaking Bad (Corsera)

La scena in cui l’ormai onnipotente protagonista intima al capo della banda rivale di riconoscerlo, pronunciando il suo nome a voce alta. «Say my name»

Sinner fa venire in mente Breaking Bad (Corsera)
Italy's Jannik Sinner reacts as he plays against Netherlands' Tallon Griekspoor during the second men's single quarter-final tennis match between Italy and Netherlands of the Davis Cup tennis tournament at the Martin Carpena sportshall, in Malaga on November 23, 2023. (Photo by JORGE GUERRERO / AFP)

Sinner fa venire in mente Breaking Bad

La vittoria in Coppa Davis commentata per il Corriere della Sera da Marco Imarisio.

Mentre quell’ex ragazzo rosso di capelli demoliva Alex De Minaur, uno che costeggia i primi dieci del mondo, ci è venuta in mente la scena di Breaking Bad nella quale l’ormai onnipotente protagonista intima al capo della banda rivale di riconoscerlo, pronunciando il suo nome a voce alta. «Say my name». Abbiamo il Campione, quello che incute timore agli avversari. Nel momento in cui il tennis torna a essere lo sport di tutti, è giusto ricordare chi ci ha accompagnato durante un viaggio durato 47 anni, il tempo che ci separa dall’ultima vittoria in Davis. Ma è sacrosanto aggiungere che senza di lui, sarebbero vani i tenaci Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego, l’incostante Lorenzo Musetti, avrebbe meno senso l’auspicato ritorno di Matteo Berrettini. Non chiamatelo predestinato, perché gli fate un torto.

TRA 40 ANNI UNA SERIE TV SULLA SQUADRA CHE VINCEVA SEMPRE LA DAVIS (NAPOLISTA)

La Coppa Davis torna in Italia, tra 40 anni una serie tv sarà su quella squadra che ne vinse tante

C’era una volta il 1976. Una di quelle date che sembrano scolpite nella storia e sembrano destinate a non ripetersi. Su quella Coppa e su quella squadra tanto è stato scritto, è stata anche girata una fortunata e divertente serie tv. Non sappiamo se tra quarant’anni ne gireranno una su questo successo. Immaginiamo di no. Però non escludiamo che potranno girarne una sulla squadra di tennisti italiani che negli anni Venti del Duemila cannibalizzò la Davis. Perché questa è una squadra fortissima. Con uno dei tennisti più forti – Jannik Sinner – e con un gruppo di giocatori mediamente forti, tutti rognosi e da battere (come si dice): Musetti, Arnaldi, Sonego. Cui va aggiunto Matteo Berrettini che magari già dall’anno prossimo tornerà il martello che è stato.

La Coppa Davis torna in Italia. E se l’insalatiera del 76 rimase una sera a casa Pietrangeli, questa dovrebbe rimanere almeno una settimana (ma anche tre mesi) a casa Sinner. È stato lui il trionfatore, il trascinatore. Com’era logico che fosse. Anche se non era logico battere Djokovic in semifinale al terzo set e con tre matchpoint annullati. È stata la svolta per l’Italia e probabilmente (anche se non l’unica) per la carriera del 22enne altoatesino (quindi italiano, precisiamo). La Coppa Davis l’ha vinta lui sabato pomeriggio. Ma l’hanno vinta con lui tutti gli altri. A partire da Sonego che ha giocato due doppi da guerriero. È la coppa di Arnaldi che ha conquistato il punto più importante nella sfida contro l’Australia. Se avesse perso da Popyrin, sarebbero stati guai perché gli australiani hanno un doppio serio che ha vinto a Wimbledon. È anche la Davis di Musetti che si è battuto nel primo singolare contro i serbi e poi non ha retto. È la Davis anche di Volandri che effettivamente è il Bigon del tennis. Nella vita bisogna anche saper trovarsi al momento giusto al posto giusto. Nei libri di storia ci sarà lui.

E in quella serie tv, che possiamo definire “the last dance” in salsa italiana, avrà un ruolo.

L’Italia torna a vincere la Coppa Davis. E raccoglie i frutti di un lavoro di anni. I tennisti azzurri ormai sono distanti anni luce dalle parole di Nanni Moretti in Aprile, non arrivano più a due passi dalla vittoria e poi se la fanno addosso. No. L’esatto contrario. Le Davis non si vincono senza leader e trascinatori. Il nostro leader senza dubbio è Jannik Sinner. Ed è bello che il suo primo grande successo sia avvenuto nella più importante manifestazione a squadre per nazioni. È la miglior risposta a polemiche da terza media che siamo stati costretti a leggere e a commentare.

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