Il centrocampista Zinchenko: «È stato un buon test di allenamento, credo che lo staff tecnico abbia ottenuto alcune informazioni in vista della sfida con l’Italia»
La nazionale ucraina si allena sotto la neve per preparare la sfida di lunedì contro l’Italia, lo riporta l’Ansa.
Si tratta dell’ultimo match del Girone C e se la nazionale ucraina vuole strappare il pass per gli Europei dell’anno prossimo deve necessariamente battere l’Italia, che invece può permettersi di chiudere il match con un pareggio.
Giovedì sera, la nazionale ucraina ha giocato una amichevole con i polacchi del Lechia, un test di avvicinamento alla sfida con gli azzurri.
Il centrocampista della nazionale ucraina ha commentato così il duro allenamento: «Faceva molto freddo. È stato un buon test di allenamento, credo che lo staff tecnico abbia ottenuto alcune informazioni in vista della sfida con l’Italia. Si stava più caldi in campo che seduti in panchina, al cento per cento»
Intanto, la partita di ieri sera dei nostri azzurri è stata un successo, sia per il risultato, 5-2 contro la Macedonia del Nord, sia per gli ascolti:
«Premessa necessaria: questi ragazzi hanno fatto pochi allenamenti, in queste condizioni il tecnico fa fatica a incidere. Inoltre in Italia, a differenza della Spagna, non abbiamo un preciso stile di gioco che unisce tutte le squadre. C’è chi fa pressing, chi non lo fa, chi gioca a quattro, chi a tre, chi fa contropiede e chi cerca il possesso. Dunque io mi ritengo soddisfatto della prestazione che gli azzurri hanno offerto. È vero che il pallone dovrebbe scorrere più veloce, è vero che certi meccanismi non sono perfettamente oliati, ma è altrettanto vero che non c’è il tempo materiale per provare determinate situazioni».
Che cosa ha apprezzato in particolare?
«La vittoria, e poi alcune cose non mi sono dispiaciute».
Per esempio?
«Le prove di Chiesa e di Raspadori sono state molto positive. Chiesa è micidiale quando può sfruttare la velocità e ha la possibilità di calciare in porta. Ha un tiro molto preciso e pericoloso. E Raspadori, devo confessarlo, mi regala quasi sempre buone impressioni. È un ragazzo che conosce il gioco del calcio, è umile, ha voglia di imparare e dove non arriva con il fisico, perché non è un gigante, arriva con il cervello».