Di Canio sul caso scommesse: «Oggi i dirigenti giustificano i calciatori dicendo “poverini”»

Il commentatore sottolinea l'importanza dei dirigenti dei club che devono seguire i giovani e ricorda di quando Boniperti alla Juve gli contestata di essersi ritirato alle 22.30 il giorno prima30

Di Canio

Il caso scommesse che ha travolto il calcio partendo da Fagioli e passando per Tonali e Zaniolo continua a far discutere anche nel salotto di Sky, dove l’ex calciatore Paolo Di Canio, oggi commentatore per l’emittente, si è espresso in maniera molto dura nei confronti dei calciatori indagati nell’inchiesta

«Siete dei coglioni! Lo dico da fratello maggiore anzi, da papà visto che alcuni sono più giovani delle mie figlie. Ci sono tre miliardi di cose che uno può fare: cani, gatti o criceti su cui scommettere. Non è un invito, anche perché sarebbe più opportuno dire paternalisticamente ‘non scommettete… entrate in un giro…’ Ma scommettete sul calcio? Devi essere vuoto, cioè proprio stupidità. Devi essere stupido, ripeto, perché poi si incomincia con un vizio in una certa maniera con leggerezza, perché è la prima volta che scommetti, è la prima volta».

Di Canio non ci sta a vedere dei ragazzi rovinarsi così

«Ti avvicini a questo mondo, poi con piani diversi come stavamo dicendo. Qui non stiamo parlando di illeciti, diciamolo perché le persone pensano che abbiano manipolato, no. Meno male e per fortuna non hanno fatto quello, ma è comunque una cosa importante da dire. Perché poi uno come Fagioli è arrivato ad una certa dimensione, vedremo, ma da quello che esce ci sono anche delle problematiche, delle minacce. Qualcosa di diverso ad esempio da quanto accaduto a Tonali che mi pare sia comunque in controllo. Dunque, ci sono dei piani diversi anche per la ludopatia, di cui si deve parlare, perché poi entri in depressione e proprio per questo ti perdi il tuo mondo»

Il commentatore sottolinea l’importanza dei dirigenti dei club che devono seguire i giovani e ricorda di quando Boniperti alla Juve gli contestata di essersi ritirato alle 22.30 il giorno prima30:

«Non è voler fare il vecchio trombone e i tempi sono cambiati, ma oggi il dirigente è pronto a giustificare il calciatore che sbaglia, definendolo poverino. Tutto perché sono cambiati anche loro, sono diventati loro stessi dei personaggi, sono molto distratti, hanno molte più relazioni e non stanno più dietro una scrivania, dentro uno studio. Va bene tutto. Però poi non bisogna giustificare. Non si deve giustificare»

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