Altra grande interpretazione in “Non così vicino” ora su Prime. Nel film compare anche il figlio Truman
“Non così vicino” è un film che è uscito nelle sale a metà febbraio – ma che ora si può recuperare su Prime Video – e che è l’adattamento di L’uomo che metteva in ordine il mondo il romanzo scritto da Fredrik Backman e che divenne già un film nel 2015 (Mr. Ove) vincendo anche degli Oscar. La versione americana del regista Marc Forster è ambientata invece nella periferia di Pittsburgh dove in un condominio si muove Otto (Tom Hanks) un sessantenne che fa ronde nello spazio comune e che abbandona il lavoro perché è stato ridimensionato. Vive da solo Otto e mantiene della distanza dagli altri condomini che spesso censura per comportamenti non rispondenti ai regolamenti.
Mentre tiene a distanza gli altri perso nel suo microcosmo di dolore assoluto tenta in tutti i mezzi di suicidarsi e negli intervalli dei suoi falliti tentativi di abbandonare la nostra valle di lacrime Otto svela le ragioni che lo hanno portato alla sua deliberazione sull’anticipare il supremum exitum. Il motivo è la perdita della moglie Sonia (Rachel Keller) che era il colore della sua vita: lui zelante ingegnere meccanico, lei docente progressista aperta agli altri. L’arrivo di una famiglia messicana nel suo vicinato gli dà modo di riconnettersi anche con gli altri condomini e andando avanti nella storia si sciolgono anche molti dei suoi nodi di dolore.
Hanks è autore di una grande interpretazione di questo bisbetico-razionalista con un cuore troppo grande – nella versione del ricordo l’Otto giovane è interpretato da suo figlio Truman Hanks, che sembra fatto della stessa sostanza attoriale del padre con quelle fissità espressive che sono caratteristica del genitore. Un plauso va fatto anche a Mariana Treviño che nel film interpreta la petulante madre messicana (Marisol). Un film semplice nella sua trama progressiva di dolore, ma che nella commozione non banale è pieno di vita. “Tutto ciò che ami probabilmente andrà perduto, ma alla fine l’amore tornerò in altro modo (F. Kafka)”.