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Ranieri: «In Serie A tutti vogliono giocare dal basso, ma se non ho quelli del City io non lo faccio»

Alla Gazzetta: «Dedico al calcio 25 ore al giorno. Quando torno a casa, vedo, riguardo, parlo con lo staff al telefono. Quando non vedo penso. Sono metodico».

Ranieri: «In Serie A tutti vogliono giocare dal basso, ma se non ho quelli del City io non lo faccio»
Db Torino 21/08/2023 - campionato di calcio serie A / Torino-Cagliari / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Claudio Ranieri

La Gazzetta dello Sport intervista Claudio Ranieri. Il tecnico è tornato sulla panchina del Cagliari lo scorso anno ed ha riportato la squadra in Serie A. Ad ottobre Ranieri compirà 72 anni.

«Il campo mi fa star vivo, mi dà gioie e anche dolori. C’è la voglia di stare a Cagliari e non ho mai avuto la voglia di smettere».

Ranieri parla del rapporto che ha con il presidente Giulini:

«Un rapporto ottimo. Ci parliamo spesso. La retrocessione è scioccante. Lui ha messo tanti soldi, avrà pur fatto degli errori, ma i calciatori non sono macchine e può anche capitare di sbagliarne».

Sul suo modo di fare mercato:

«Cerco di far capire chi fa al mio caso. Il presidente e il ds Nereo Bonato mi sottopongono dei nomi e io li guardo».

Un manager all’inglese? Ranieri:

«No, allenatore sul campo. È sempre stato così, me lo propose Abramovich, non ho mai voluto farlo».

Anche grazie a lui in Nazionale ci sono 10 giocatori del Cagliari.

«Merito loro. Hanno sfruttato l’occasione».

Che Serie A ha trovato? Ranieri:

«Una A che gioca a mille all’ora. Tutti corrono, anche i campioni. Tutti pressano e vogliono iniziare dal basso. Non dico non sia giusto, ma prima di mettere in apprensione i giocatori ci penso. Se tutti pressano per rubar palla, se non ho quelli del City a palla ferma non parto dal basso».

Sui moduli:

«Iniziai proprio col Cagliari nel ‘90. Partivo 3-5-2 e cambiavo in 4-4-2 disorientando gli avversari e raddrizzando certe partite. Oggi i calciatori sono più duttili. E hanno certi compiti che dall’esterno non si conoscono, per esempio Lautaro contro di noi ha fatto dei movimenti, tornando indietro, estremamente intelligenti. Il sistema vincente sono i giocatori».

Ranieri quanto vive di calcio in una giornata?

«25 ore. Perché quando torno a casa, vedo, riguardo, parlo con lo staff al telefono. Quest’anno abbiamo aggiunto due componenti. Quando non vedo penso. Sono metodico».

Gli allenamenti li fa sempre al mattino. Ranieri spiega:

«Prima agli orari delle gare. Poi a Valencia il portiere Zubizzarreta mi disse “Mister così non vedo i figli, la mattina sono a scuola”. Decisi di cambiare. Anche Herrera lavorava al mattino».

Come si rapporta Ranieri a 70 anni con ragazzi di 20?

«Non mi danno fastidio le loro nuove tendenze. Ho detto che gli scriverò su Instagram. Da romano faccio la battuta. Ma mi rapporto semplicemente col buon senso e col rispetto».

Ranieri ha allenato Inter, Juve, Napoli, Roma, mai il Milan. Gli chiedono se i rossoneri lo hanno mai cercato. Risponde:

«Sì dopo Cagliari, ma avevo scelto Napoli».

Sulle favorite in campionato:

«Milan e Inter sono due squadre con grande organizzazione, Loftus Cheek la novità, se ha la palla tra i piedi è difficile togliergliela. Ma non escludo Napoli, Lazio e la Juve che non ha le coppe e a marzo, aprile conterà».

Su Spalletti commissario tecnico:

«L’uomo giusto. La paura ci fa bene. Ci mancano i fuoriclasse, ma la squadra riesce a sopperire».

Lo sente Spalletti?

«No, ma lo stimo. Sento solo per messaggio Mou, una gran persona, diversa da quella che si vede».

 

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