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Pagelle – Kvaratskhelia annuncia l’autogestione, l’intelligente Garcia la autorizza

Lobotka torna a officiare nella cattedrale azzurra. Osimhen non sorride ma torna a segnare. Il prudente Natan non esagera

Pagelle – Kvaratskhelia annuncia l’autogestione, l’intelligente Garcia la autorizza
Ci Napoli 26/09/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Udinese / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: esultanza gol Khvicha Kvaratskhelia

Le pagelle di Napoli-Udinese 4-1 a cura di Fabrizio d’Esposito e Ilaria Puglia.

MERET. Sarà stata la struggente rimembranza del tricolore consacrato sul suolo friulano, Ilaria, ma proprio contro gli zebrati udinesi stasera il Napoli ritrova l’armonia perduta (citazione voluta) e la pace esplode a colpi di Kvara e Osimhen. Ullallà. Soprattutto, il Violinista in panca fa finalmente pace col passato azzurro, abdica dalla sua presunzione e il Napoli ritrova se stesso e la vittoria senza se e senza ma. In tutto questo la porta del giovane Meret sarebbe potuta rimanere vergine ma quel folletto di Samardzic (ah, non averlo preso!) s’è inventato un gol straordinario nello stadio intitolato a Lui  – 6

Anche Meret, evidentemente, sarà rimasto incantato dalla danza di Samardzic mentre si scartava cinque giocatori del Napoli: un gol meraviglioso per come è maturato. Perché non l’abbiamo preso? Dopo la strana estate di mercato del Napoli è solo una domanda che si aggiunge alle altre, anche se c’è da ricordare il balletto con l’Inter che probabilmente non ha aiutato a considerarlo un papabile per il centrocampo – 6

DI LORENZO. L’Eurocapitano riapre con successo, lì a destra, la fabbrica di traversoni e poi arretra col solito ardimento, facendo sovente da balia ai due giovanottoni centrali – 6,5

E’ tornata l’intesa perfetta con Politano: ne è un emblema la meravigliosa azione terminata con il pallone sparato alto da Zielinski. Che meraviglia vedere il Napoli tornare quello che era, Fabrizio. Il capitano, invece, non è mai scomparso – 8

OSTIGARD. Una difesa umile ma onesta, evocando l’Annunciazione troisiana, laddove la prudenza è una dote preziosa per crescere – 6

Più gioca più migliora: non commette errori. Mostra sicurezza e intelligenza – 6

NATAN. Idem come sopra, sebbene Marittiello sia talvolta ruvido con lui per richiamarlo ai giusti doveri di un difensore. Detto questo, al brazileiro palindromo tocca l’ingrata parte di fare l’ultimo e quinto birillo saltato dal favoloso Samardzic, ma con questo risultato è peccato venialissimo – 6

E’ stato bravo Samardzic ad evitarlo, a mio parere. Natan mi piace: è prudente, non esagera, non rischia. Fa il suo e lo fa dignitosamente – 6

MARIO RUI. Stasera la sinistra è il palcoscenico del Che Kvara, ma diciamo pure, Ilaria, che segnali di guarigione si sono visti lungo l’intera fascia. Assafà – 6

Supporta Osimhen psicologicamente, guida Natan e dialoga con Kvara. Inizia un po’ rigido, poi si libera – 6

ANGUISSA. Appena una settimana fa, a Braga, vagava come un osceno tafazzi della terra di mezzo. Stasera invece l’ovunquismo si espande con prodigi da funambolo e tutto il centro diventa un argine solido che fa da scudo alla difesa. Che metamorfosi, quella di Zambo, da un mercoledì all’altro – 7

Dirige il centrocampo con fermezza come ci aveva abituati in passato. Finalmente – 7

RASPADORI dall’83’. Senza voto

Senza voto

LOBOTKA. Per non ripetere la metafora della chiesa e del villaggio, ma rimanendo nell’ambito clericale, diciamo allora che Lobo torna a officiare nella cattedrale azzurra. Robotka è il signore del possesso e scandisce il ritmo bellico del Napoli di stasera. Dopo quello per il Che, è il bentornato più radioso che ci piace gridare – 7

L’unico errore lo commette su Samardzic, che lo salta con troppa facilità. Per il resto, torna a giocare un’enorme quantità di palloni ripulendoli per bene e smistandoli ai compagni. Bello vederlo di nuovo ai suoi livelli – 7

ZIELINSKI. Da stasera è il Senatore Piotr Zielinski, nel senso più nobile del laticlavio, non quello del deleterio nonnismo. Va a battere un rigore al culmine di quattro giornate cupe, da Bologna a Tik Tok. Il resto è danza e fatica – 7,5

Probabilmente il più in forma del Napoli, dal punto di vista fisico. Si carica la squadra sulle spalle in occasione del rigore. Un Zieli che non ti aspetti ma che ti fa innamorare – 8

CAJUSTE dal 71’. Quando entra completa la Scandinavia napoletana: Svezia, Norvegia (Ostigard), Danimarca (Lindstrom). Ha la foga giusta per mettersi in mostra – 6

Senza voto

POLITANO. Incredibile dictu, stasera ha spennellato non dico da Giotto ma da Cimabue sì. A partire dal magnifico servizio per il due a zero di Victor Victoria – 7

L’assist delizioso per Osimhen gli vale da solo il voto. Dell’intesa con Di Lorenzo tornata alle stelle ho già detto – 8

LINDSTROM dal 62’. Senza pressioni e a risultato acquisito, s’impegna con talento e corsa per dare un senso ai 25 milioni spesi per lui, anche se in qualche occasione appare testardo – 6

Entra in campo con grande personalità e intelligenza. Sarebbe bello sfruttare di più il suo potenziale e i soldi che sono stati spesi per portarlo a Napoli – 6

Le pagelle del Napoli di Garcia

OSIMHEN. Zorro e il sergente Garcia, in quel frammento dopo il gol, senza esultare e andando ad abbracciare l’appena citato Lindstrom. Il suo volto resta sempre una maschera senza sorriso, ma non è il caso di romanzare, Ilaria. Victor Osimhen, per l’ennesima volta, ha palesato sul campo la sua essenza di fuoriclasse goleador. E quei penosi ultimatum sulla maglia, a mo’ di comandamento, sono diventati carta straccia – 8

Dopo una settimana illogica e imbarazzante – non soltanto per colpa sua – sfodera una prestazione da grande professionista che riesce anche a coronare con il gol. Possiamo gettarci tutto quello che è successo alle spalle, tranne l’imbarazzante modo del Napoli di gestire la squadra e la stagione, purtroppo: quello resta – 8

SIMEONE dal 62’. Finanche il Cholito ritrova l’anima e la cabeza, troppo grazia verrebbe da dire in questa bella ma strana sospensione tra realtà e déjà vu – 7

E’ proprio il caso di dirlo: la testa quando serve – 7

KVARATSKHELIA. Un rigore procurato, due pali, un assist e un gol conquistato dapprima in modo feroce e poi cesellato con un sublime tocco a scavalcare il portiere. Quanta rabbia e quanta voglia aveva il Che. Adesso si ricomincia e bisogna solo alzarsi in piedi, Ilaria, e applaudire, alla faccia di chi lo aveva retrocesso a buon giocatore – 8,5

Imprendibile e imprevedibile. E anche disarmante nel post partita, quando snocciola la grande verità: abbiamo detto a Garcia che dovevamo far girare così il pallone. In pratica il Napoli ha comunicato al suo allenatore che ha deciso di autogestirsi. Me li immagino i giocatori che pregano Garcia di lasciarli giocare come sanno. Il fatto che Garcia li abbia ascoltati dimostra però che è una persona intelligente e meno presuntuosa di quanto è sembrato finora. Kvara è una meraviglia, Fabrizio. Riempie gli occhi e il campo. Splendido – 10

ELMAS dall’83. Senza voto

Senza voto

GARCIA. Habemus Napoli e il franco Rudi, da uomo intelligente che vuole salvare la ghirba, ha avuto il pregio di congelare la demolizione del passato. E lo ha fatto nell’ora più buia, per dirla con Churchill. Non a caso alla fine ha detto: “Abbiamo rimesso l’orologio all’ora giusta”. Dall’abisso a una vittoria finalmente convincente. Finanche nella scansione più regolare dei cambi è tornato razionale. Ché il gestionismo governato dal principio di realtà può essere anche virtuoso. E se poi la condizione fisica dei giocatori continua a migliorare, allora tra qualche giornata potremmo mettere tra parentesi queste settimane da incubo. Speriamo – 7

Della sua intelligenza ho scritto a proposito di Kvara. Mi è piaciuto anche il modo educato in cui ha liquidato lo scempio comunicativo del Napoli: episodi maldestri, li ha definiti, salvando la faccia ad un club che è sembrato nient’altro che un imbarazzante baraccone. Ha il merito di aver ascoltato i suoi giocatori e di aver fatto tornare in campo il Napoli abbagliante dell’ultimo campionato. Speriamo perseveri. Per gli esperimenti c’è tempo – 8

ARBITRO MANGANIELLO. Una frana: era a pochi metri dal Che scalciato ma ha detto che non era rigore. A quel punto gli azzurri hanno buttato il pallone fuori per farlo rinsavire e lui è andato al Var ribaltando la sua decisione. Santo, santissimo Var – 4

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