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Fognini epurato, anche per motivi politici. Per fortuna gli avversari in Coppa Davis sono debolucci

Il Corsera ricostruisce il clima di intrighi e vendette trasversali nell’Italia ma anche la consistenza dei rivali: per la Svezia c’è il figlio di Borg

Fognini epurato, anche per motivi politici. Per fortuna gli avversari in Coppa Davis sono debolucci
Italyís Simone Bolelli (L) with his teammate Italyís Fabio Fognini serves to US Tommy Paul and US Jack Sock during the men's double quarter-final tennis match between Italy and United States of the Davis Cup tennis tournament at the Martin Carpena sportshall, in Malaga on November 24, 2022. (Photo by Thomas COEX / AFP)

L’Italia arriva all’impegno in Coppa Davis con un clima tutt’altro che sereno, come ricorda il Corriere della Sera che però aggiunge: gli avversari sono decisamente alla portata dell’Italia (si gioca da domani a Bologna contro Svezia, Cile e Canada campione in carica ma con Shapovalov che non gioca da Wimbledon).

Dal siluramento di Fabio Fognini, prima pre-allertato (10 luglio), poi convocato (14 agosto), infine lasciato a casa con quella che, più che una scelta tecnica, è sembrata un’epurazione. Fabio è esploso su Instagram («Falso e irrispettoso, non me lo merito»), Volandri gli ha risposto con un comunicato stampa («Parole ingrate verso chi ne ha sempre accettato virtù e debolezze»).

Uno scontro totale, insomma, con alla base un incrocio pericoloso di ego (il c.t. non tratta Fabio da vedette, com’era abituato) e un pasticcio di formazione a Malaga l’anno scorso (la star Berrettini schierata in doppio con Fognini benché palesemente fuori forma: il ligure non l’ha mai digerito) e all’orizzonte uno scenario politico che spiegherebbe l’ostracismo (almeno un po’): l’intenzione di Barazzutti di candidarsi alla poltrona della Federtennis (e padel, per carità) alle elezioni del prossimo anno.

L’avevano già scritto qualche giorno fa: Fognini escluso dalla Davis, si sospetta per la vicinanza a Barazzutti possibile candidato alla Federtennis.

Ma gli avversari sono deboli, come ricorda il Corsera:

Né il Canada campione in carica di Shapovalov (che per vari problemi non gioca da Wimbledon) né il Cile di Jarry e Garin e nemmeno la Svezia di Leo Borg, che si aggira per il palazzetto di Casalecchio facendo girare la testa ai presenti tanto è somigliante al padre Bjorn (la caccia all’Orso in incognito sarà lo sport della settimana tra i portici di Bologna) possono fare paura all’Italia del n.18 Lorenzo Musetti e del n.38 Lorenzo Sonego, l’uomo in più è Matteo Arnaldi fresco top 50.

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