ilNapolista

Egonu l’ennesimo talento mortificato in Italia, perché il capo non vuole essere messo in ombra (Gramellini)

Sul Corsera. “Oggi il mantra ipocrita delle aziende è «fare squadra». Mazzanti ricordi la lezione di Feola il ct di Didì, Vavà e Pelè”

Egonu l’ennesimo talento mortificato in Italia, perché il capo non vuole essere messo in ombra (Gramellini)
Db Monza 03/05/2022 - Play off scudetto serie A femminile / Vero Volley Monza-Prosecco Doc Imoco Volley Conegliano / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Paola Egonu

Di Paola Egonu e della sua auto-esclusione dalla Nazionale scrive Massimo Gramellini sul Corriere della Sera.

Paola Egonu è una delle pallavoliste più forti del mondo e solo un Paese che mortifica sistematicamente i talenti — in tutti i campi, non soltanto quelli di gioco — poteva relegarla in panchina agli Europei (persi malamente) e indurla a lasciare la Nazionale ad appena 24 anni e alla vigilia delle qualificazioni olimpiche.

Non conosco Egonu, ma da Maradona in giù ho bazzicato tanti fuoriclasse dello sport, dell’arte e dell’imprenditoria. Sono un po’ tutti uguali. Bizzosi, anarchici, insolenti e pieni di sé (EGOnu, DiEGO, quando il destino è nel nome). In una parola alla moda: divisivi. Mentre oggi il mantra ipocrita delle aziende è «fare squadra», sacrificando l’iniziativa individuale alla legge del gruppo, cioè del capo, che non vuole essere messo in ombra da personalità forti, ma che di solito è più bravo a gestire il potere che a creare risultati.

A Mazzanti, il c.t. che ha emarginato Egonu, segnalerei le parole di Vicente Feola, selezionatore del Brasile di Garrincha, Vavá e Pelé. Quando gli chiedevano con quale criterio facesse la formazione, rispondeva: «Semplice. Prima scelgo tutti quelli che sanno giocare bene a pallone, poi nei posti rimasti liberi metto gli altri».

ilnapolista © riproduzione riservata